Santi, beati e ricorrenze di oggi, domenica 29 maggio: San Paolo VI, Papa

Paolo VI (1897 – 1978) fu il primo Papa del Novecento a varcare i confini italiani. Dopo 2000 anni fece sì che Pietro tornasse in Terra Santa. Viaggiò in Africa, America, Oceania e Australia, Asia, fin quasi alle porte della Cina.

Fu il primo Pontefice a tenere un discorso alle Nazioni Unite, a New York parlò lunedì 4 ottobre 1965, con quel “Mai più la guerra” che molti ricordano in francese, la lingua con cui lanciò l’accorato invito: “Jamais plus les uns contre les autres, jamais, plus jamais”.

Giovanni Battista Montini fu perfino il primo Papa vittima di un attentato, in diretta Tv. Accadde nelle Filippine, a Manila, nel novembre 1970: Paolo VI scampò alla coltellata del pittore boliviano Benjamin Mendoza, che per altro lo ferì, soltanto grazie alla prontezza del suo segretario, don Pasquale Macchi, che spinse di lato l’attentatore.

Paolo VI ha “traghettato nel mondo” la Chiesa uscita dal Concilio. Ha dialogato con la modernità senza fuggirla o condannarla a priori. Ha affrontato con le nude armi del Vangelo la guerra del Vietnam.

La memoria liturgica di Paolo VI viene celebrata il 29 maggio, anziché il 6 agosto, giorno della sua morte, perché il 29 maggio 1920 Giovanni Battista Montini venne ordinato prete e perché la santità di Paolo VI è consistita anche e soprattutto nel vivere in massimo grado “la sua vocazione come sacerdote, vescovo e Sommo Pontefice”.

Una ragionata gratitudine Bergoglio l’ha espressa a voce alta il 19 ottobre 2014, proclamando beato Montini (lo stesso papa Francesco canonizzò Montini, insieme con l’arcivescovo martire Oscar Arnulfo Romero, il 14 ottobre 2018).

“Nei confronti di questo grande Papa – disse Francesco – di questo coraggioso cristiano, di questo instancabile apostolo, davanti a Dio non possiamo che dire una parola tanto semplice quanto sincera ed importante: grazie! Grazie nostro caro e amato papa Paolo VI! Grazie per la tua umile e profetica testimonianza di amore a Cristo e alla sua Chiesa!”.

Il 6 agosto 1978 era una domenica. A Castel Gandolfo, nella dimora estiva dei Pontefici, l’orologio segnava le 21:40. Giovanni Battista Montini, Paolo VI, il 262esimo successore di Pietro, si spense come aveva desiderato: lontano dai riflettori e dalle veglie di popolo che avevano accompagnato l’agonia di Angelo Roncalli, Giovanni XXIII, e che più in là, negli anni, avrebbero segnato le ultime ore di Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II.

“Aveva pregato Dio di consentirgli un addio in solitudine – annotò tempo fa Avvenire, il quotidiano cattolico – Fu esaudito. Non solo”.

Paolo VI morì in un giorno particolare, carico di significato simbolico, quello della Trasfigurazione: una festa che lui amava al punto da averla scelta, nel 1964, per pubblicare la sua prima enciclica, l’Ecclesiam Suam.

(Foto: archivio Qdpnews.it – Wikipedia).
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