Santi, beati e ricorrenze di oggi, giovedì 1 dicembre: Sant’Eligio vescovo e San Charles de Foucauld

Eligio, figlio di gente modesta, deve aver ricevuto tuttavia un’istruzione, perché viene assunto come apprendista dall’orefice lionese Abbone, che dirige pure la zecca reale: un grande maestro nella sua arte. E l’allievo Eligio non è da meno.

Della sua fama di artefice e di galantuomo Sotto Clotario, Eligio va a dirigere la zecca di Marsiglia, e intanto continua a fare l’orefice. Col nuovo re Dagoberto I (623-639) viene chiamato a corte e cambia mestiere: il sovrano ne fa un suo ambasciatore, per missioni di fiducia. Altri incarichi se li prende da solo: per esempio, riscattare a sue spese i prigionieri di guerra, fondare monasteri maschili e femminili.

Morto il re, sceglie la vita religiosa, e il 13 maggio 641 viene consacrato vescovo di Noyon-Tournai. Comincia un’esistenza nuova. Eligio s’impegna nella campagna di evangelizzazione (e ri-evangelizzazione) nel Nord della Gallia, nelle regioni della Mosa e della Scelda, nelle terre dei Frisoni. Ne diventa uno dei protagonisti, con altri vescovi come Audoeno (Ouen) di Rouen, Amand di Tongres, Sulpizio il Pio di Bourges. E la sua vita si conclude appunto sul campo, in terra olandese. Il culto di sant’Eligio si diffonde in Francia, in Germania, in Italia.

Lo vogliono come patrono non solo gli orafi, ma in pratica tutti gli artigiani dei metalli, e poi i carrettieri, i netturbini, i mercanti di cavalli, i maniscalchi e oggi anche i garagisti.

San Charles de Foucauld, nacque a Strasburgo, in Francia, il 15 settembre 1858. Avviato alla carriera militare. intraprese una pericolosa esplorazione in Marocco (1883-1884). La testimonianza della fede dei musulmani risvegliò in lui profondi interrogativi. Rientrato in Francia, colpito dall’accoglienza della sua famiglia, profondamente cristiana, si mise in ricerca e chiese ad un sacerdote di aiutarlo. Guidato da don Huvelin ritrovò Dio nell’ottobre del 1886. Aveva 28 anni. 

Un pellegrinaggio in Terra Santa gli rivelò la sua vocazione: seguire ed imitare Gesù nella vita di Nazareth. Visse 7 anni nella Trappa, prima a Nostra Signora delle Nevi, poi ad Akbès in Siria. In seguito trascorse un’esistenza nella preghiera, nell’adorazione, in una grande povertà, presso le Clarisse di Nazareth.

Ordinato sacerdote a 43 anni, nel 1901, nella diocesi di Viviers, si recò nel deserto algerino del Sahara, prima a Beni Abbès, povero tra i più poveri, poi più a Sud a Tamanrasset con i Tuaregs dell’Hoggar. Scelse il silenzio e la preghiera, meditando continuamente la Sacra Scrittura e si ritagliò ampi momenti di adorazione.

La sera del 1° dicembre 1916 venne ucciso da una banda di predoni di passaggio. Il suo sogno fu sempre quello di condividere la sua vocazione con altri: dopo aver scritto diverse regole di vita religiosa, pensò che questa “Vita di Nazareth” potesse essere vissuta da tutti ed ovunque.

Oggi la “famiglia spirituale di Charles de Foucauld” comprende diverse associazioni di fedeli, comunità religiose ed istituti secolari di laici o sacerdoti sparsi nel mondo intero. E’ stato canonizzato da Papa Francesco in piazza San Pietro a Roma il 15 maggio 2022.

(Foto: Wikipedia).
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