La tomba di Sant’Egidio, venerata in un’abbazia della regione di Nîmes, in Francia, risale probabilmente all’epoca merovingica, anche se l’iscrizione non è anteriore al secolo X, data in cui fu anche composta la Vita del Santo abate, intessuta di prodigi.
È da qui che si parte per tentare di ricostruire la vicenda di Egidio che la leggenda più popolare vuole sia giunto da Atene per vivere come eremita in un bosco presso la foce del Rodano, nella Francia meridionale. Il tempo lo trascorreva nella preghiera, fra austerità e digiuni. Si nutriva di erbe, di radici, di frutti selvatici, dormiva sulla nuda terra e suo cuscino era un sasso. L’eremita venne scoperto da Flavio, re dei Goti, ed entrò nelle sue grazie: in cambio della solitudine irrimediabilmente perduta, ebbe il conforto di veder prosperare un’attiva comunità di monaci, di cui divenne il padre spirituale fino alla morte, il 1 settembre del 720. Il monastero prese il nome di “Abbazia di Saint-Gilles”.
Insieme ai suoi monaci, Sant’Egidio affrontò una grande opera di evangelizzazione e incivilimento della regione, l’attuale Linguadoca. Per i molti miracoli operati, Egidio fu conosciuto in tutta la Francia sotto il nome di “santo taumaturgo”, ma il suo culto si estese, come mostrano numerose testimonianze, anche in Belgio, Olanda e Italia. Tra i luoghi emblematici ci sono Tolfa, nel Lazio, e Latronico, piccolo centro della Basilicata dove da quasi tre secoli si rinnova il “miracolo della manna” attribuito al Santo eremita.
Beata Giuliana di Collalto, badessa benedettina
Giuliana nacque a Collalto, oggi frazione del comune di Susegana, nel 1186: i suoi genitori erano il Conte Rambaldo VI e la Contessa Giovanna di Sant’Angelo di Mantova. Venne educata cristianamente e a soli dodici anni vestì l’abito benedettino a S. Margherita di Salarola, sui Colli Euganei, qui grande amica della Beata Beatrice I d’Este.
Giuliana, nominata badessa a Venezia nel monastero dei SS. Biagio e Cataldo della Giudecca, ebbe sempre particolari riguardi per i poveri. La sua carità era nota in tutta la città e lei compì, ancora in vita, molti prodigi.
Durante gli ultimi anni della sua vita la beata Giuliana patì di forti mal di testa, ciò le valse il patrocinio verso coloro che soffrono della medesima malattia.
Morì il primo settembre 1262, all’età di settantasei anni. Intorno al 1290 il corpo, trovato incorrotto, fu collocato in un artistico sarcofago ligneo. Papa Benedetto XI ne confermò il culto con memoria al 1° settembre. Il corpo è tuttora venerato nella parrocchia di S. Eufemia nella cappella di Sant’Anna. Nella chiesa di San Giorgio di Collalto sono custodite alcune reliquie L’antico sarcofago ligneo è ora conservato al Museo Correr di Venezia.
(Foto: web).
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