Fu autore di molte opere, alcune delle quali ci sono pervenute, mentre di altre conosciamo soltanto il titolo. Dalle pagine di questi testi possiamo riascoltare la parola del Santo in difesa della dottrina e della fede cristiana, anche allora oggetto di accuse da parte dei miscredenti e dei viziosi.
Era nato in una regione dell’Oriente, presso il Tigri e l’Eufrate. Era pagano, e ricevette un’educazione di stampo ellenistico. Si convertì osservando i costumi dei cristiani e leggendo la Bibbia. Delle sue esperienze di convertito, e della sua conoscenza della cultura profana, si sarebbe poi servito abilmente nella polemica contro i miscredenti e i filosofi ellenizzanti.
Venne eletto Vescovo di Antiochia nel 169, e reggeva ancora il pastorale della grande città, dove lo stesso San Pietro aveva avuto la sua prima cattedra, alla morte di Marc’Aurelio, nel 180. Forse vide anche i primi anni dell’Impero di Commodo, suo successore.
Le cure apostoliche, in mezzo a una delle comunità più popolose e anche più agitate dei primo mondo cristiano, non lo distolsero dagli studi e dall’attività intellettuale. Scrisse opere polemiche, contro gli eretici del tempo, opere di catechesi, a commento delle Scritture, opere di storia, per sfrondare i miti pagani. Fu insomma un Vescovo che lasciò forte impronta della sua intelligenza e della sua cultura nella storia del tempo, come lasciò traccia della sua carità e della sua misericordia nelle anime a lui affidate.
(Foto: web).
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