Fu la ricchezza d’animo, più ancora di quella materiale legata al prestigio, a caratterizzare l’agire di Sant’Elena, già prima della conversione avvenuta in età adulta. Di famiglia plebea e pagana, nacque a metà del III secolo probabilmente a Drepamin, in Bitinia nel golfo di Nicomedia (attuale Turchia), cittadina a cui in seguito il futuro figlio e imperatore Costantino darà il nome di Helenopolis.
Qui, secondo Sant’Ambrogio, Elena esercitava l’ufficio di “stabularia”, cioè locandiera addetta alle stalle. La modestia e delicatezza di Elena innamorò il giovane ufficiale Costanzo Cloro, che, nonostante le fosse di grado sociale superiore, la volle in sposa conducendola con sé in Dardania, nei Balcani. La giovane che non aveva diritto ai titoli onorifici del marito, gli fu sposa fedele e nel 280 a Naisso in Serbia diede alla luce il figlio Costantino. Quando nel 305 Costanzo Cloro divenne capo dell’impero il giovane figlio lo seguì in Britannia dove prese parte alla campagna di guerra contro i Pitti, per poi succedergli alla morte su acclamazione dell’esercito. Tra i primi provvedimenti, il neoimperatore richiamò subito la madre Elena Flavia Giulia conferendole il titolo di Augusta.
Gli onori non ne inorgoglirono mai il cuore, anzi stimolarono in lei l’innata attenzione al prossimo che si concretizzò nell’elemosina, nel venire incontro alle necessità materiali dei poveri, nella liberazione dal carcere, dalle miniere e dall’esilio di numerose persone. La fede di Elena era luminosa e contagiosa al punto che in molti si chiedono quanto abbia influito sulla conversione del figlio e sulla promulgazione dell’editto di Milano del 313 che diede libertà di culto ai cristiani dopo tre secoli di persecuzione.
Un evento sconvolse la vita della famiglia quando nel 326 Costantino fece uccidere prima il figlio Crispo, su istigazione della matrigna Fausta, sua seconda moglie, e poi anche quest’ultima sospettata di attentare al suo onore. Di fronte alla tragedia Elena all’età di 78 anni mantenne salda la fede recandosi in pellegrinaggio penitenziale in Terra Santa.
Qui, fece edificare le Basiliche della Natività a Betlemme, dell’Ascensione sul Monte degli Ulivi e indusse Costantino a costruire quella della Resurrezione. Sul Golgota avvenne il prodigioso rinvenimento della vera Croce. I tre chiodi che trafissero il corpo di Cristo furono donati da Elena a Costantino. Uno fu incastonato nella Corona Ferrea conservata nel duomo di Monza. Le preziose reliquie sono oggi conservate nella Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme. Elena muore nel 329, all’età di 80 anni in un luogo non identificato. E’ assistita dal figlio che fece trasportare il corpo a Roma sulla via Labicana dove fu tumulato in un mausoleo a lei intitolato.
Il sarcofago di porfido, trasportato nel secolo XI al Laterano, è oggi conservato ai Musei Vaticani. Il suo culto si diffuse sia in Oriente che in Occidente dove è commemorata rispettivamente il 21 maggio e il 18 agosto e associata iconograficamente al simbolo della croce.
(Foto: web).
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