I santi martiri Marcellino, sacerdote, e Pietro, esorcista – come riporta il papa san Damaso – furono condannati a morte durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano.
Sul luogo della loro sepoltura, papa Siricio fece erigere una basilica, detta appunto basilica dei Santi Marcellino e Pietro, poi divenuta anche sede di titolo cardinalizio.
Le loro reliquie vennero inviate in Francia da papa Gregorio IV e vennero poi traslate nell’abbazia di Seligenstadt sul Meno, a Magonza, da Eginardo, consigliere di Carlo Magno, ed autore dell’opera “De Translatione et miraculis sanctorum Marcellini et Petri” (La traslazione ed i miracoli dei santi Marcellino e Pietro).
Un frammento osseo di san Marcellino è conservato nella chiesa di San Giovanni Battista a Monteodorisio.
I santi Marcellino e Pietro ebbero grande popolarità nei primi secoli del cristianesimo, tanto che i loro nomi vengono citati in una delle più antiche preghiere eucaristiche, risalente al pontificato di papa Vigilio (537 – 555d.C.). Sono venerati come santi dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa.
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