Anna Francesca Boscardin nacque presso una famiglia di contadini a Brendola (Vicenza) il 6 ottobre 1888 in una povera famiglia contadina, nella quale spesso il pianto e lo sconforto fecero palpitare il cuore della futura Santa negli anni della innocenza e della adolescenza, ma grazie all’educazione cristiana, tutto fu superato con l’aiuto di Dio.
Ella non frequentò un lungo tirocinio di studio, ma poté espletare con buon garbo ogni mansione a lei affidata. Il suo libro, tenuto gelosamente fra i ricordi più cari, è stato il Catechismo, regalatole dal parroco. Là attingeva ispirazione e conforto fin da bambina, ritirandosi tutta lieta in solitudine, dopo aver sbrigato i lavori domestici, per leggerlo e rileggerlo continuamente, e per insegnarlo con trasporto alle coetanee.
Successivamente, con l’aiuto del parroco, entrò nel 1905 nelle suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Santissimi Cuori a Vicenza. Divenuta infermiera, lavorò nell’ospedale di Treviso, dove si dedicò a servire i malati nel corpo e nello spirito: nelle corsie dell’ospedale di Treviso, a contatto con gli epidemici, a consolare, a calmare; pronta e ordinata, esperta e silenziosa, fino a far dire anche ai distratti che Qualcuno — cioè il Signore — fosse sempre con lei a dirigerla e a illuminarla. Irradiazione che non si è spenta con la morte, ma che è continuata a diffondere i benefici della santità su una cerchia sempre più vasta di anime, fino all’odierno trionfo.
Nonostante fosse stata colpita da un tumore a soli 22 anni, continuò con impegno il proprio lavoro e morì a 34 anni, il 20 ottobre 1922.
Venne beatificata l’8 giugno 1952 da Papa Pio XII, e canonizzata l’11 maggio 1961 da Papa Giovanni XXIII.
(Foto: web).
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