Niccolò Boccasino, nato nella frazione di San Vito di Valdobbiadene nel 1240, nell’antica casa dove campeggia lo stemma pontificio, proveniva da una famiglia molto modesta. Sua madre faceva la lavandaia nel vicino convento dei domenicani e questa sua mansione favorì l’ingresso del figlio nel giovane ordine di S. Domenico. Indossato l’abito religioso a diciassette anni, Niccolò completò gli studi a Milano.
Ordinato sacerdote, fece ritorno a Treviso dove svolse il compito di insegnante nel proprio convento. Si distinse per mitezza di carattere, purezza di vita, umiltà e pietà. Eletto nel 1286 superiore provinciale della vasta regione lombarda, dieci anni dopo fu chiamato a succedere a Stefano di Besancon nella carica di generale dell’Ordine.
Poco dopo il Boccasino, riuscì a realizzare una difficile tregua d’armi tra il re d’Inghilterra, Edoardo I, e il re di Francia, Filippo il Bello. Questa sua missione di pace, coronata dall’insperato successo, valse al generale dei domenicani il cappello cardinalizio, accordatogli da papa Bonifacio VIII, che intese con questa nomina premiare anche tutto l’ordine domenicano, per la sua adesione al pontefice.
Il cardinale Boccasino era ad Anagni accanto a Bonifacio VIII quando questi venne colpito dallo schiaffo dell’emissario di Filippo il Bello, Guglielmo di Nogaret. Morto Bonifacio VIII, i cardinali, riuniti in conclave a Roma, il 22 ottobre 1303 gli diedero come successore proprio il cardinale Boccasini, uomo conciliante e il più indicato a mettere riparo all’increscioso conflitto tra il papato e il re di Francia.
Il nuovo pontefice, che assunse il nome di Benedetto XI, rispose alle attese. Pur mostrandosi duro con l’esecutore materiale del gesto sacrilego, sciolse il re dalle censure in cui era incorso. Benedetto XI alla residenza romana preferì quella di Perugia, per tenersi lontano dai tumulti e dalle insidie, e dedicarsi al pacifico governo della Chiesa. Ma anche qui pare sia stato raggiunto dall’odio dei suoi nemici: sentendosi venir meno dopo aver assaggiato un fico fresco, probabilmente iniettato di veleno, fece spalancare le porte del palazzo per concedere un’ultima udienza e benedizione ai fedeli.
Tra gli atti del suo breve pontificato (22 ottobre 1303 – 7 luglio 1304), c’è il decreto che fa obbligo a ogni cristiano di confessarsi almeno una volta all’anno. Benedetto XI fu sepolto nella Basilica di San Domenico a Perugia. Alcune guarigioni avvenute presso la sua tomba e ritenute miracolose fecero sì che nel 1736 papa Clemente XIII lo proclamasse beato. È l’unico papa di quel periodo per cui Dante Alighieri non espresse nessun giudizio negativo. Oggi 7 luglio, nel giorno della memoria liturgica del Beato Papa Benedetto XI, sarà celebrata la messa nella chiesa parrocchiale di San Vito di Valdobbiadene alle ore 19.
(Foto: Wikipedia).
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