San Giuseppe Moscati, definito il “medico dei poveri” è stato uno dei precursori della cosiddetta “umanizzazione della medicina”, con rinnovata attenzione e assistenza ai sofferenti. Nato a Benevento nel 1880 e vissuto a Napoli, dove muore il 12 aprile 1927, viene canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 1987.
Brillante medico, primario e ricercatore di fama mondiale, non sapeva che cosa significasse il carrierismo. “Il movente della sua attività come medico – ha affermato Giovanni Paolo II nella cerimonia di canonizzazione – non fu dunque il solo dovere professionale, ma la consapevolezza di essere stato posto da Dio nel mondo per operare secondo i suoi piani, per apportare quindi, con amore, il sollievo che la scienza medica offre nel lenire il dolore e ridare la salute”.
Giuseppe Moscati considerava l’Eucaristia come centrale nella sua vita ed esprimeva fraterna condivisione verso quanti conoscevano l’esperienza del dolore. Nel 1911, durante l’epidemia di colera che affligge Napoli, non solo è accanto ai malati senza paura del contagio, ma in prima linea con le sue attività di ricerca che contribuiranno molto a contenere la malattia.
La sua vocazione era un insieme di studio, sensibilità ed esperienza. San Giuseppe Moscati era fermamente convinto di non doversi occupare solo del corpo, ma anche dell’anima dei pazienti. Raccomandava sempre agli ammalati, nel congedarli, le medicine essenziali dei Sacramenti, la Confessione e la Comunione. Nel suo studio privato accoglieva tutti – anche personaggi importanti come il celebre tenore Caruso – e non faceva pagare i poveri, anzi talvolta era lui stesso a offrire loro del denaro.
La vita di San Zenone, Santo veronese, è avvolta nella leggenda. Zeno nacque in Africa e visse intorno al IV secolo, raggiungendo Verona e diventandone vescovo per diciotto anni. Eloquente, erudito, paterno, fu Vescovo esemplare. La leggenda narra come il santo e umilissimo presule pescasse egli stesso nell’Adige il magro cibo per i suoi pasti: per questo egli è considerato patrono dei pescatori d’acqua dolce.
Dopo la sua morte nacque l’idea della nuova grande costruzione: quella chiesa meravigliosa con la quale si volle onorare il Santo, e che misura la devozione e l’affetto dei Veronesi per il loro glorioso patrono. La festa liturgica di san Zeno è il 12 aprile; nella diocesi di Verona, però, la ricorrenza è stata spostata al 21 maggio, a ricordo del giorno della traslazione delle reliquie nella basilica, avvenuta il 21 maggio 807. San Zeno è anche patrono di San Zenone degli Ezzelini (TV)
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