Lucia nacque in Siracusa nel 283, da una ricca e nobile famiglia. In giovane età, rimase orfana di padre, rimanendo con la madre Eutichia. Da molti anni Eutichia soffriva di un flusso costante di sangue che l’aveva spinta a spendere grosse somme per interpellare numerosi medici, ma senza successo.
Decisero perciò di andare a Catania per implorare la beata Agata, famosa per compiere miracoli di guarigione a malati ed afflitti. Madre e figlia partirono per Catania, giungendo il 5 febbraio al sepolcro di Sant’Agata. Entrando ascoltarono il racconto dell’emorroissa, dal Vangelo di Matteo (Mt 9, 20-22) . Lucia disse alla Madre di credere a quelle parole e toccare con fede il sepolcro di sant’Agata per essere guarita. Eutichia e Lucia si avvicinarono al sepolcro implorando la martire in lacrime. In quel momento Lucia fu presa da una visione vedendo gruppi di angeli e la stessa Sant’Agata che rivolgendosi a Lucia le chiese: <<Perché sorella mia, vergine di Dio domandi a me qualcosa che tu stessa puoi concedere?
La tua fede ha favorito tua madre che è guarita. Tu sei stata consacrata da Dio nella verginità e come per me la città di Catania viene colma di grazia del cielo, così per te lo sarà la città di Siracusa. Di ritorno da Siracusa, Lucia decise di ringraziare il Signore offrendo la sua dote distribuendola ai poveri prima di consacrarsi. Un giovane che voleva chiederne la sua mano denunciò Lucia al prefetto di Siracusa Pascasio, dicendo che era cristiana. L’Editto di Diocleziano che perseguitava i cristiani fino a sterminarli colpì anche Lucia che fu catturata e condotta davanti al tribunale.
Di fronte a Pascasio, la giovane si mostrò serena, ed il prefetto, vedendo davanti a se una donna particolarmente bella e di nobile famiglia si mostrò bendisposto cercando di persuaderla e chiedendole di abbandonare le credenze cristiane e di aver sperperato inutilmente i suoi averi. Nonostante ciò Lucia ribadì di essere cristiana, di odiare le falsità e, piena di Spirito Santo disse di aver posto al sicuro il suo patrimonio ed il suo corpo che non conosceva l’impurità. Pascasio udendo le parole di Lucia s’infuriò e diede ordine di condurre la Vergine in un luogo infame per farla vergognare davanti a tutto il popolo. Avvenne allora il prodigio.
Lo Spirito Santo si mostrò dandole l’immobilità. Due soldati robusti provarono a portarla via ma, Lucia rimase immobile sul posto, Provarono a legarla mani e piedi, con delle corde ma ella rimase irremovibile come una montagna. Pascasio pieno di rabbia mandò a chiamare una coppia di buoi per spostarla ma, la Santa Vergine anche questa volta non si spostò. A questo punto il prefetto fece accendere un fuoco attorno a lei chiedendo di gettarvi olio bollente e pece.
Le fiamme arsero alte e minacciose ma, senza toccare la santa martire. A questo punto il carnefice si gettò su di lei con il pugnale per scagliare il colpo fatale: era il 13 dicembre del 304. Nelle catacombe di Siracusa, le più estese dopo quelle di Roma, fu ritrovata l’epigrafe marmorea del IV secolo, con la testimonianza più antica del culto di Santa Lucia. L’etimologia del nome Lucia è luminosa, splendente. Santa Lucia viene rappresentata con gli occhi sul piatto, il Giglio la Palma ed il libro del Vangelo.
(Foto: web).
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