Sant’Eliseo, discepolo di Elia, fu profeta in Israele dal tempo del re Ioram (853-842 a.c.) fino ai giorni di Ioas; anche se non lasciò oracoli scritti, tuttavia, operando prodigi a vantaggio degli stranieri, preannunciò la futura salvezza per tutti gli uomini. Ricco possidente, originario di Abelmeula, il suo nome – che significa «Dio salva» – risponde bene alla missione svolta tra il popolo di Israele.
Eliseo era un uomo deciso e lo dimostra la prontezza con cui rispose al gesto simbolico di Elia che, per ordine del Signore, lo consacrava profeta e suo successore. Eliseo prese parte attiva alle vicende politiche del suo popolo attraverso il carisma della sua profezia e può essere considerato il più taumaturgico dei profeti dell’Antico Testamento.
La Scrittura ricorda infatti una lunga serie di prodigi da lui operati: stendendo il mantello di Elia divise le acque del Giordano; rese potabile l’acqua di Gerico; riportò in vita il figlio della sunamita che lo ospitava; moltiplicò i pani sfamando un centinaio di persone. Profeta non scrittore, come il suo maestro Elia si preoccupò del suo paese in tempi difficili durante la guerra contro i Moabiti e durante quelle contro gli Aramei. Morì verso il 790 a.C. e venne sepolto nei pressi di Samaria.
Padre Cosma Spessotto, al secolo Sante, nasce il 28 gennaio 1923 a Mansuè. Nel 1935 entra nel seminario francescano dei Frati Minori di Lonigo, e il 17 novembre 1940 emette la professione religiosa. Ordinato sacerdote il 27 giugno 1948, nel 1950 viene destinato a San Juan Nonualco (El Salvador), dove costruisce una chiesa parrocchiale, alcuni laboratori per insegnare ai ragazzi un mestiere e una scuola parrocchiale per le classi elementari. Realizza anche un vigneto sperimentale e pubblica un manuale pratico per la viticoltura latino – americana.
Sacerdote mite, buono e umile, predica la giustizia e la carità, l’amore fraterno e il perdono a tutti, specie ai campesinos, disperati per le misere condizioni di vita. Egli ricerca sempre il dialogo e la riconciliazione tra militari e guerriglieri in conflitto tra loro a quel tempo in El Salvador.
Padre Spessotto è consapevole di essere in pericolo perché riceve minacce verbali e lettere minatorie. “Morire martire – scrive il futuro Beato – sarebbe una grazia che non merito. Lavare con il sangue versato per la causa di Cristo tutti i miei peccati, difetti e debolezze della vita passata sarebbe un dono gratuito del Signore. Già da questo momento, perdono e domando al Signore la conversione degli autori della mia morte”. Viene assassinato in chiesa il 14 giugno del 1980.
I suoi resti mortali sono venerati nella chiesa di San Giovanni Battista a San Juan Nonualco, ma il suo crocifisso da missionario e il messalino che aveva con sé al momento della morte sono custoditi nel santuario della Madonna dei Miracoli a Motta di Livenza. Nel 2020 la Chiesa ne ha riconosciuto il martirio “in odium fidei”, e il 22 gennaio 2022 a San Salvador è avvenuta la sua beatificazione.
Oggi martedì 14 giugno la Chiesa celebra per la prima volta la memoria liturgica del Beato Spessotto, primo martire della Chiesa vittoriese: una messa viene celebrata in questo giorno alle 18.30 da Padre Mario Favretto nella chiesa parrocchiale di Mansuè.
(Foto: archivio Qdpnews.it – Wikipedia).
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