Alberto nasce in Germania intorno al 1200, nella famiglia dei conti Bollstadt, e da qui, una volta cresciuto, viene mandato a studiare a Padova, città d’eccellenza per le arti liberali, e anche a Bologna e Venezia. In Italia Alberto viene a contatto con i Domenicani, l’Ordine dei Predicatori, e capisce che quella è la sua strada; quindi riceve l’abito direttamente dal Beato Giordano di Sassonia, immediato successore di San Domenico.
Da questi sarà mandato prima a Colonia e poi a Parigi, dove per qualche anno manterrà la cattedra di teologia e dove incontrerà il suo più valente allievo, Tommaso d’Aquino, che si porterà dietro una volta richiamato a Colonia dall’Ordine per fondarvi lo studio teologico.
È l’insegnamento la passione più grande di Alberto, dopo quella per il Signore. A Colonia, con Tommaso, riesce a fare grandi cose, tanto da guadagnarsi ancora in vita proprio il soprannome di “Magno”, cioè grande. I due intraprendono l’ambizioso progetto del commento dell’opera di Dionigi l’Aeropagita e degli scritti di filosofia naturale di Aristotele.
Alberto riesce a trovare il punto di incontro tra i due grandi studiosi dell’antichità nella dottrina dell’anima: con questa sintesi tra la sapienza dei Santi, il sapere umano e la scienza della natura, Alberto imprime un profondo orientamento mistico all’Ordine di cui fa parte, affidando la ricerca filosofico – teologica al fedele Tommaso. Al Capitolo Generale dei Domenicani, che si svolge nel 1250 a Valenciennes, Alberto elabora assieme a Tommaso norme per la direzione degli studi e per la determinazione del sistema di meriti all’interno dell’Ordine; perciò, quattro anni dopo viene tolto dall’insegnamento e “promosso” Provinciale in Germania.
Nel 1256 va a Roma per difendere i diritti della Santa Sede e dei religiosi mendicanti nel Concistoro di Anagni; il Pontefice ne è talmente colpito da trattenerlo assegnandogli una cattedra di docente all’Università Pontificia. A sorpresa, però, nel 1260 il Papa nomina Alberto vescovo di Ratisbona. Richiamato in patria, il Santo si adopera assiduamente per rafforzare la pace tra i popoli. Nel 1274 viene invitato nuovamente da Gregorio X a prendere parte al secondo Concilio di Lione, ma sulla via del ritorno viene raggiunto da una notizia che non avrebbe mai voluto ricevere: la morte di Tommaso.
È un duro colpo per Alberto, che lo ama come un figlio, e che ha solo la forza di commentare così: “La luce della Chiesa si è estinta”. Inizia a chiedere con insistenza a Urbano IV di essere esonerato dall’ufficio pastorale per ritirarsi a Colonia: alla fine il Papa acconsente. Scrivendo e pregando, Alberto arriva alla morte il 15 novembre del 1280. Sarà canonizzato nel 1931 da Pio XI che lo proclama anche dottore della Chiesa, mentre dieci anni dopo Pio XII lo dichiara patrono dei cultori delle scienze naturali.
(Foto: Wikipedia).
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