Era vedova romana, le cui virtù e la cui morte ricevettero la lode di san Girolamo. La vita di questa santa ci è nota solo attraverso gli scritti di san Girolamo, che ne parla in una lettera alla gentildonna Marcella, animatrice di una comunità femminile di tipo quasi monastico nella sua residenza sull’Aventino.
Anche Lea è di famiglia nobile: rimasta vedova in giovane età, pareva che dovesse poi sposare un personaggio illustre, Vezzio Agorio Pretestato, chiamato ad assumere la dignità di console.
Lei entrò invece nella comunità di Marcella, dove si studiavano le Scritture e si pregava insieme, vivendo in castità e in povertà.
Con questa scelta, Lea capovolge modi e ritmi della sua vita. Marcella ha in lei una fiducia totale: le affida il compito di formare le giovani nella vita di fede e nella pratica della carità nascosta e silenziosa. Quando Girolamo ne parla, nel 384 d.C., Lea è già morta.
(Foto: archivio Qdpnews.it – Wikipedia).
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