Nato con il nome di Giuseppe, era giudeo di famiglia levitica emigrata a Cipro. Per questa sua discendenza levitica era probabile la sua frequente presenza in Gerusalemme.
Secondo gli Atti degli Apostoli si convertì al Cristianesimo poco dopo l’episodio della Pentecoste, vendette tutti i suoi averi e consegnò il ricavato alla Chiesa cristiana appena nata; dopo il battesimo fu rinominato Barnaba, che significa “figlio della consolazione” o “figlio dell’esortazione”.
Divenuto un membro autorevole della prima comunità cristiana, si fece garante di Saulo di Tarso – San Paolo -, già persecutore dei cristiani. Quando ad Antiochia iniziò la conversione dei primi cristiani non ebrei, Barnaba vi fu inviato insieme a Paolo, divenendo uno dei capi della comunità. L’enorme successo della loro predicazione ad Antiochia, inizialmente creò dubbi nella Chiesa di Gerusalemme, ma Paolo e Barnaba tornarono a riferire agli Apostoli come si era svolta l’evangelizzazione.
Da Antiochia di Siria, visto il successo tra i Gentili, partirono per evangelizzare altri popoli. Ritroviamo di nuovo insieme Paolo e Barnaba intorno al 49 a Gerusalemme per la disputa sulla circoncisione o meno dei pagani convertiti: il “concilio degli apostoli” diede loro ragione sulla non necessità dell’osservanza della legge mosaica per i neo-convertiti. A questo punto i due apostoli si separarono: negli Atti degli Apostoli Paolo partì per l’Asia con Sila; Barnaba e Marco andarono a Cipro, tra il 50 e il 53.
Secondo quanto attestano alcuni cataloghi bizantini sui discepoli del Signore (VII-VIII sec.), Barnaba si recò prima a Roma, insieme a Pietro, poi si spostò velocemente verso il nord d’Italia, per fondare la Chiesa in Milano. Una leggenda devozionale milanese lo vede arrivare a Milano il 13 marzo del 53 d.C. Secondo un manoscritto tratto dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze Barnaba continuò a viaggiare e predicare fino a Salamina, dove fu lapidato da alcuni giudei nell’anno 61 d.C.
(Foto: archivio Qdpnews.it – Wikipedia).
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