Sant’Elpidio, abate
A sud di Ancona alcune cittadine portano il nome del santo di oggi: S. Elpidio a Mare, S. Elpidio Morico, Porto S. Elpidio. Nel Piceno questo nome è frequente anche nelle persone, e tuttavia poco si conosce di questo santo, lontano nel tempo e nella memoria, al punto d’essere confuso con vari personaggi.
Qualcuno ritiene che S. Elpidio sia originario della Cappadocia. Proprio nell’epoca in cui visse S. Elpidio, nel IV secolo, andava affermandosi una nuova forma di monachesimo, con S. Pacomio, iniziatore del “cenobitismo” cioè della vita comunitaria.
Nella Tebaide, nelle zone del Nilo, aveva fondato i primi conventi di uomini e di donne, divisi in celle individuali, con la chiesa e il refettorio in comune. A capo di ogni nucleo è l’abate, che ha il compito di fare osservare la regola comune, imporre la castità, il lavoro, il digiuno e la recita dell’ufficio.
Pochi anni dopo S. Pacomio, il grande teologo e mistico orientale S. Basilio di Cappadocia dava una regola più mitigata ma più saggia, destinata a diventare la “magna charta”, le costituzioni, di tutto il monachesimo cristiano, sia in Oriente che in Occidente, tramite la Regola benedettina.
Visto, però, che il suo culto è particolarmente vivo nel Piceno, dove diverse città portano il suo nome, l’ipotesi più probabile è che egli sia vissuto proprio in questa regione. Alcuni studiosi sono del parere che il santo abbia trascorso qui l’intera vita, conformandosi a una regola ascetica del tutto personale, ma tale da imporlo alla stima e più tardi alla devozione dell’intera regione.
Beato Fra’ Claudio Granzotto
Riccardo Granzotto nasce il 23 agosto 1900 a Santa Lucia di Piave e muore a Padova il 15 agosto 1947. Giovane operaio e soldato, dopo aver conseguito il titolo a pieni voti con lode all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, si afferma come professore di scultura con le sue pregevoli opere in Italia e all’estero.
Dopo una crisi esistenziale e religiosa, Granzotto sceglie di donarsi totalmente a Dio attraverso la vocazione religiosa indossando il saio francescano: al momento nel noviziato gli viene imposto il nome fra’ Claudio.
La bellezza dei suoi volti scultorei di Cristo e della Madonna e la realizzazione della monumentale Grotta di Lourdes a Chiampo (Vicenza) restano esempi artistici di straordinario valore del francescano santaluciese, sempre dedito alla preghiera, all’adorazione eucaristica, alla carità verso i più poveri, fino alla prematura scomparsa per un tumore inguaribile.
La fama di santità aveva preceduto la sua morte – avvenuta a Padova il 15 agosto 1947 – e viene riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa il 20 novembre 1994 con la sua beatificazione a Roma in San Pietro. La memoria liturgica ricorre il 2 settembre. È sepolto a Chiampo, dove è stata eretta una nuova grande chiesa in suo onore.
(Foto: web).
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