Epifania significa “manifestazione, rivelazione”. È la prima volta in cui il Signore si rivela all’umanità tramite il Figlio Gesù, divenendo visibile a tutti. Gesù bambino si manifesta come Figlio di Dio e Salvatore dell’intera umanità.
L’Epifania è il giudizio, è il risultato del Natale, considerato com’è per noi, la rivelazione, l’apparizione del Messia, la manifestazione di Dio fatto uomo, il mistero di Cristo. L’Epifania è perciò la celebrazione della nostra accoglienza, della nostra adesione alla venuta del Signore fra noi: è la festa della fede.
I Magi sono simboli delle diverse razze e popolazioni – il Vangelo infatti è rivolto a tutte le genti – così come della chiamata alla salvezza dei popoli pagani. Nel Vangelo di Matteo viene descritto l’episodio dell’adorazione dei Magi. Durante il regno di Erode il Grande, alcuni Magi che provengono dall’Oriente arrivano a Gerusalemme seguendo una stella apparsa in cielo. Erode, dopo aver consultato i sommi sacerdoti, indica ai Magi la via per Betlemme.
Questi, seguendo la stella, arrivano da Gesù e presentano i loro doni. L’oro che simboleggia la saggezza di un re, l’incenso simbolo della preghiera e del sacrificio, e la mirra, simbolo della padronanza di sé. Per ispirazione divina ritornano in Oriente per una via segreta senza incontrare Erode. La storia della loro vita dopo l’incontro col Bambino è del tutto leggendaria.
L’apostolo Tommaso li consacra vescovi; dopo aver esercitato la loro opera episcopale con grande impegno, muoiono a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro e vengono sepolti in un’unica tomba.
L’imperatrice sant’Elena, sempre secondo la tradizione, riesuma i resti dei tre Magi e li dona al vescovo di Milano Eustorgio. Protasio, successore di quest’ultimo, li colloca in un sarcofago nella chiesa dedicata al suo predecessore. Durante l’assedio di Milano di Federico Barbarossa, le preziose reliquie sono trasferite nel duomo di Colonia. Nel 1904 la chiesa di Sant’Eustorgio di Milano ritorna in possesso di parte delle reliquie dei Magi.
(Foto: wikipedia).
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