In questo rovente martedì 13 agosto si celebra la “Giornata internazionale del Prosecco“.
Saranno in molti oggi a brindare con un fresco calice di Prosecco, senza sapere nulla della giornata mondiale dedicata proprio a questa denominazione.
Diversi ristoranti e cantine si sono organizzati per questa festa con eventi a tema e degustazioni guidate per turisti e clienti abituali.
Sempre più conosciuto a livello internazionale, emblema di festa e divertimento, in questi anni il Prosecco è stato al centro della scena per i tentativi di “sabotaggio” del nome e per una “sana competizione” con lo Champagne.
Tralasciando le dispute del passato tra i vari consorzi di tutela, negli ultimi anni è stato il celebre “caso Prosek” a far alzare gli scudi ai difensori della denominazione.
La questione si è finalmente chiusa quest’anno grazie ad una normativa europea che limita definitivamente l’uso ingannevole del nome Prosek sulle etichette croate o di qualsiasi altro Stato membro, generando confusione tra i consumatori.
“Questo nome è nostro – ha dichiarato lo scorso maggio il presidente della Regione Veneto Luca Zaia – e nessuno potrà mai utilizzalo in Europa come ‘menzione tradizionale’ per indicare un vino che vuole solamente evocare le nostre bollicine, ma non ha nulla di Veneto. Il nuovo Regolamento europeo sulle indicazioni geografiche Ig mette, quindi, la parola fine a una sgradevole vicenda e questo risultato è frutto di un grande lavoro di squadra tra istituzioni, associazioni di categoria e consorzi che in tutte le sedi hanno difeso non solo un brand, ma un vino che esprime la storia e l’identità del Veneto”.
“Ci tengo anche a ricordare – continua – che Prosek è un nome che ci appartiene. C’è una riserva del nome con un decreto del 2009 che firmai quand’ero Ministro, riconosciuto dall’Europa, e c’è il pronunciamento dell’Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene”.
“Ma c’è pure una motivazione storica – prosegue -: le prime citazioni del nome ‘Prosecco’, con riferimento al vino, risalgono infatti al XIV secolo, ed esiste una cartina geografica storica in cui la città di Prosecco, situata poco a occidente di Trieste, è denominata Proseck, in ragione dell’assoggettamento, in quel periodo storico, dell’area al dominio asburgico“.
Di Prosecco si parla continuamente in televisione dove, dopo il riconoscimento Unesco e grazie al lavoro dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, dei Comuni, dei Consorzi di tutela e delle associazioni di categoria, sono andati in onda diversi servizi sulle celebri colline Patrimonio dell’Umanità.
Per non parlare delle pubblicità, in particolare quelle natalizie, che spesso vedono come protagonista proprio il Prosecco per la sua innata capacità di evocare le feste.
Il Prosecco è sbarcato da tempo anche in Oriente, dove sempre più persone lo gustano nei momenti speciali cercando di mostrare un determinato status symbol.
Le esigenze di un consumatore sempre più informato, inoltre, hanno spinto i produttori a investire maggiormente sulla sostenibilità e sulla qualità.
Il tema ambientale, infatti, è la principale sfida del futuro per tutti i territori legati alla denominazione.
Chi produce il Prosecco, però, non deve dimenticare la sua storia e il ruolo dei nostri avi che, con grandi sacrifici, hanno permesso alle attuali generazioni di godere di un benessere che un tempo era solo un lontano miraggio.
(Autore: Andrea Berton)
(Foto: Andrea Berton)
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