Cade oggi, martedì 31 maggio, la Giornata Mondiale Senza Tabacco. In occasione di tale ricorrenza, indetta per la prima volta nel 1988, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato la campagna “Tabacco, una minaccia per il nostro ambiente”.
Lo scopo è quello di informare e sensibilizzare la popolazione, non solo sui danni alla salute provocati dal fumo, ma anche sull’impatto ambientale dato dalla coltivazione, dalla produzione, dalla distribuzione e dai rifiuti del tabacco. Si intende quindi incoraggiare le persone ad astenersi dal consumo per 24 ore, incentivandole a smettere definitivamente di utilizzare tali prodotti.
Quella per il fumo è la seconda causa di morte al mondo, dopo le cardiopatie e gli ictus, con 8 milioni di vittime ogni anno, pari ad un decesso ogni 6 secondi, a causa delle gravi e numerose patologie cardiovascolari, neoplastiche e respiratorie legate al consumo di esso. È responsabile di almeno 27 malattie broncopneumopatie croniche ostruttive e di diverse forme di cancro, tra le quali quello al polmone.
La maggior parte dei decessi avvengono in Paesi a basso e medio reddito dove sono presenti intense campagne di marketing: in media il 70% dei consumatori inizia ad avvicinarsi alle sigarette all’età di 18 anni e il 94% prima dei 25. Nell’Unione Europea sono 700.000 le morti ogni anno, circa il 50% prematuramente, con una perdita di 14 anni di vita.
Per quanto riguarda l’Italia, i dati dell’Istituto Superiore di Sanità del 2022 indicano che quasi un italiano su quattro, di entrambi i sessi, è fumatore, una percentuale mai così alta dal 2006.
Nel 2016, anno di uscita in Giappone, sono, inoltre, entrate in commercio sigarette con tabacco riscaldato, che funzionano inserendo una piccola “cicca” all’interno di un apparecchio che le scalda senza bruciarle. Diffuse, ingannevolmente, come prodotto meno nocivo, vengono oggi utilizzate dal 3,3% della popolazione, un dato in aumento rispetto al 2019 quando a comprarle era l’1,1%.
Quest’anno l’OMS ha deciso di focalizzarsi, per la sua campagna di prevenzione, non solo sui danni che queste causano sull’uomo, ma anche sul nostro pianeta, facendo comprendere quanto creare una cultura senza fumo sarebbe vantaggioso per l’ambiente in cui viviamo.
Grazie all’introduzione, nel 2003, della legge Sirchia che ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, compresi i luoghi di lavoro privati e non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali, di ristorazione e i luoghi di svago, questo è diventato un comportamento adottato con rispetto in tutta Italia che ha permesso una diminuzione dei problemi legati al fumo passivo. Un step successivo sarebbe quello di estendere la legge ai nuovi scenari del mercato di prodotti alternativi alla sigaretta.
Per smettere di fumare l’ISS ha attiva la piattaforma “Smettodifumare”, con una mappa geolocalizzata dei Centri Antifumo presenti sul territorio nazionale e dal 2000, anno di inizio dell’attività, esiste un Telefono Verde contro il Fumo (TVF) da chiamare in caso di necessità.
(Foto: Pexels freestock).
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