Capitano, difensore e… bomber. Amedeo Damato del Barbisano: “Siamo primi, dobbiamo crederci”

Capitano, difensore e bomber infallibile dal dischetto. Amedeo Damato (nella foto),  35 anni, alla decima stagione in maglia arancio-blù, è uno dei protagonisti della straordinaria stagione del Barbisano Eclisse, al momento primo nel girone P di Seconda categoria del Veneto. Eppure i giochi sono ancora apertissimi visto che il Refrontolo, ora a meno tre dalla vetta ma con una partita da recuperare, non molla un colpo: “Credo che ormai il campionato sia una questione a due, la terza è troppo distante: vediamo nelle prossime partite cosa succederà”, non si sbilancia.

Lui che, originario di Napoli, a Barbisano ci è arrivato quasi per caso, diventandone nel tempo capitano e bandiera. “Dopo un anno nella Juniores nazionale ed il successivo tra Beretti e Prima squadra del Gladiator (società di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, ndr), con cui collezionai una decina di panchine in C2, passai all’Avellino, all’epoca in Serie B con Zeman – racconta Damato – Giocai un anno con la Primavera e in estate arrivò la chiamata dell’allora Pievigina, che disputava il campionato di Eccellenza. Accettai e mi traferii qui in Veneto, era la stagione 2004/2005. In squadra curiosamente trovai il mio attuale mister a Barbisano e all’epoca giocatore, Gonzalo Luque”.

Nonostante la buona stagione, la squadra fallì l’accesso ai play-off e Damato si accasò alla Valdosport, in Promozione, prima di tornare nuovamente a Pieve di Soligo, in Prima categoria, con la neonata Eclisse Carenipievigina. Infine, nel 2009, l’arrivo a Barbisano. “Quando arrivai in Veneto non pensavo sarei rimasto qua – racconta il 35enne arancio-blù – Ma nella vita accadono cose che non puoi prevedere: nel 2006 ho conosciuto Valentina, che sarebbe diventata mia moglie e madre dei miei due figli, e ho cominciato a lavorare perché a questi livelli non potevo vivere di solo calcio. La mia è stata la classica scelta di vita, volevo più tranquillità rispetto alla frenesia della città”.

Pieve Amedeo Damato e Mattia Vettoretti

Amedeo, al momento siete primi in classifica, eppure la stagione non era cominciata nel modo migliore.
In coppa siamo usciti subito e siamo partiti male anche in campionato, perdendo al dubutto proprio in casa del Refrontolo, nonostante avessimo giocato una buona partita. Mentalmente non è stato facile, venivamo già da una retrocessione. Ma siamo riusciti a rialzarci: da quel giorno abbiamo collezionato undici risultati utili consecutivi, prima di perdere in casa contro il Fontane, alla terzultima gara di andata. La prima di ritorno abbiamo vinto il “derby” con i nostri cugini del Refrontolo ed ora siamo primi. Ma è un primato “virtuale”, loro hanno una partita da recuperare.

Qual era l’obiettivo ad inizio stagione?
Volevamo fare bene e credo non sia un caso se ora ci troviamo in testa al girone. Dopo la sconfitta ai play-out con la Cisonese e la conseguente retrocessione, la società è stata brava a ripartire subito, nel giro di poche settimane aveva già le idee ben chiare: è riuscita a riconfermare l’allenatore e lo zoccolo duro dello scorso anno, puntellando la rosa con acquisti di spessore, gente che può giocare tranquillamente anche in Prima categoria. Ormai è inutile nascondersi, a questo punto dobbiamo giocarcela. Anche se è sempre brutto dire “vogliamo vincere il campionato”, sarebbe da sciocchi non crederci e buttare via mesi di sacrificio.

A proposito di retrocessione: cos’è andato storto lo scorso anno? Di sicuro, sulla carta, non ci avrebbe scommesso nessuno ad agosto.
Purtroppo quando le cose vanno nel verso sbagliato è difficile recuperare. Quest’anno rispetto alla passata stagione vedo maggiore affiatamento ed un gruppo più unito, e questo si riflette nei risultati. I giocatori sono motivati: tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile. E’ stata un’annata storta, basta vedere l’andamento dei play-out contro la Cisonese: all’andata, pur dominando, abbiamo vinto solamente 2-1 in casa, per poi perdere in trasferta 3-0 nonostante l’uomo in più. Ma speriamo di rifarci al più presto, magari già da quest’anno perché l’ambiente se lo merita.

Pieve di Soligo amedeo damato2

Le squadre del girone le avete incrociate tutte: quali sono a tuo parere le più attrezzate?
Refrontolo a parte, direi San Vendemiano, Fontane, Silea e Cimapiave, ognuna di loro potrebbe tranquillamente raggiungere i play-off. Sono squadre organizzate, belle gatte da pelare in campo, società che hanno fatto investimenti importanti in estate e che ambiscono al salto di categoria.

E da difensore, quale attaccante ti ha impressionato di più?
Un attaccante che può fare la differenza in Seconda categoria è Angelo Signorotto del Refrontolo, non caso ha già segnato 16 gol ed al momento è capocannoniere del torneo. Un altro che mi ha impressionato è sicuramente Simone Pol del Fontane, un vero armadio, la classica punta di peso. E’ uno che dà l’anima in campo e non si stanca mai, contro di noi ha corso dappertutto dal primo all’ultimo minuto.

Al momento Signorotto è il capocannoniere, ma subito dopo ci sei tu a quota 14. Va bene che segnare non è il tuo mestiere, ma non ci fai mai un pensierino alla classifica marcatori?
Sinceramente no, e dico davvero. Penso solo a fare bene e a chiudere il discorso promozione il prima possibile. Segnare ovviamente è sempre bello, ma per un difensore la cosa più appagante è uscire dal campo senza aver subito gol. Diciamo che ho la fortuna di calciare i rigori e infatti tutte le mie reti sono arrivate dal dischetto. Dovesse arrivare il titolo di capocannoniere sarebbe una cosa in più, ma spero di no dai (ride, ndr).

imagesPIEVE 2019Pieve di Soligo amedeo damato3

Questa è la tua decima stagione in maglia arancio-blù. Dalla Terza categoria siete arrivati a sfiorare il salto in Promozione. Com’è cambiato il Barbisano in questi anni?
Quando sono arrivato, la società poteva contare solamente sulla Prima squadra, non c’era il settore giovanile. Negli anni la dirigenza ha fatto tanti sacrifici: per crescere servono investimenti importanti ed ora può vantare una squadra per ogni categoria. Domenica scorsa, ad esempio, nella vittoria per 2-1 contro il Campolongo, è andato in gol anche Alessandro Spinazzè, un classe 2000 proveniente dal vivaio, ed è sicuramente un bel risultato. Una società del genere, organizzata com’è, credo meriti ben più della Seconda categoria.

A livello personale, penso che anche tu in questi anni di Barbisano ti sia tolto belle soddisfazioni.
Ogni anno è differente dal precedente ed ogni vittoria ha un sapore diverso. Ricordo con piacere la promozione dalla Terza alla Seconda categoria, alla mia seconda stagione: quell’anno perdemmo solo una partita e vincemmo il campionato con 3/4 giornate d’anticipo. Due anni dopo arrivò il passaggio in Prima, ai play-off contro il Cordignano… Il gol decisivo per il 2-1 finale lo segnai io su calcio di rigore. Qualche anno più tardi “rischiammo” addirittura di salire in Promozione, perdemmo ai supplementari e fu un vero peccato, ma credo che le sconfitte siano importanti come le vittorie: ti spronano a dare il massimo, a migliorare, e a metterti in gioco anche a 35 anni, come nel mio caso.

Qual è il tuo augurio da qui a fine stagione?
L’augurio è naturalmente quello di centrare il salto in Prima categoria. Ormai mancano dieci partite e credo che il campionato si deciderà nelle prossime 5/6. Sarebbe bello vincerle tutte, ma so che sarà importante fare più punti possibile: quando giochi da capolista ogni squadra che incontri, che sia tra le prime o l’ultima, dà il massimo e sa sempre trovare le motivazioni giuste per metterti in difficoltà.

(Intervista a cura di Mattia Vettoretti © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it e Facebook).
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