Tempo di ripresa per molti sport, tra cui il ciclismo che sta entrando nelle sue fase più calda dopo i mesi di stop forzato causa Covid.
Un argomento trattato da Oscar Gatto, ciclista professionista del team tedesco Bora-Hansgrohe dal 2019.
L’atleta 35enne originario di Montebelluna, ormai un veterano del ciclismo su strada, vanta una carriera di tutto rispetto: nel 2011, in maglia Farnese Vini, ottiene un successo parziale al Giro della Provincia di Reggio Calabria, nello stesso anno vince da finisseur l’ottava tappa del Giro d’Italia, a Tropea, davanti ad Alberto Contador. Nella seconda parte di stagione si aggiudica anche il Trofeo Matteotti e il Giro di Romagna-Coppa Placci, e conclude terzo alla Coppa Agostoni.
Nel 2012 si classifica terzo alla Strade Bianche, conquistando successivamente il Giro del Veneto-Coppa Placci e una tappa alla Monviso-Venezia; convocato in Nazionale per la prova in linea dei campionati del mondo di Valkenburg, conclude tredicesimo.
L’anno dopo, in maglia Vini Fantini, si aggiudica la Dwars door Vlaanderen, suo primo successo da professionista all’estero (diventa anche il primo italiano a vincere la semi-classica belga), e si piazza terzo al Gran Premio Industria e Artigianato di Larciano. A fine stagione viene annunciato il suo passaggio alla Cannondale, squadra World Tour, per il 2014.
Nello stesso anno vince due frazioni all’Österreich-Rundfahrt in luglio e due anni dopo, correndo per la formazione russa Tinkoff, ottiene la prima vittoria stagionale alla Vuelta a Andalucía aggiudicandosi la terza tappa. Nel 2017, in maglia Astana, vince il prologo del Giro d’Austria.
Ora si è pronti a ripartire nel mondo del ciclismo e Gatto è carico: “Abbiamo un team che, a livello organizzativo e di potenziale è il top, sono fiero di correre per questa squadra“.
Ci sono comunque un po’ di incognite legate alla preparazione, i dubbi maggiori derivano dallo spostamento e dall’inevitabile ammassamento di eventi ravvicinati: “Vero che i programmi sono slittati ma proviamo a fare del nostro meglio. Ora correrò in Francia, poi a metà settembre avrò il Giro di Slovacchia e a fine settembre le classiche del nord in Belgio (Amstel-Liegi, Giro delle Fiandre), farò tutta la campagna belga sperando che il tutto si svolga nel migliore dei modi“.
Una ripartenza che però non è stata semplice, soprattutto dopo alcuni mesi di stop forzato: “E’ stata dura, l’allenamento in casa è comunque stato utile però ovviamente correre su strada è diverso. Ora fortunatamente sono pronto come lo è tutto il team, vogliamo fare bene”.
“A volte metto da parte le ambizioni personali per la squadra, nelle classiche del nord avremo un’ottima èquipe, sarò d’appoggio a qualche mio compagno – sottolinea – il morale è alto”.
Oscar infine chiude con una speranza: “L’augurio è che tutto pian piano possa tornare alla normalità – spiega – Il ciclismo senza tifosi non è lo stesso, la passione per questo sport per i supporters è latente come dimostra lo share delle prime competizioni avvenute nel post-covid. La mia speranza è che si possa tornare a rivivere le classiche emozioni“.
(Fonte: Luca Collatuzzo © Qdpnews.it).
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