Chi l’ha detto che il rally sia uno sport solo per uomini? A sfatare questo mito è Silvia Marcon (nella foto), consigliere comunale a Conegliano, con l’esperienza sia di pilota che di navigatore nelle competizioni di rally.
Una passione, quella per il mondo dei motori, germogliata fin dalla tenera età grazie all’interesse trasmessole dai genitori e dal fratello, e coltivata nel corso degli anni. Una storia, la sua, sicuramente di esempio per quel parterre femminile desideroso di mettersi alla prova negli sport considerati maschili dal sentire comune.
Silvia Marcon, da quanti anni anni dura la sua passione per il rally?
Da sempre, è nata grazie alla mia famiglia. Mio fratello è meccanico di auto sportive, mentre i miei genitori hanno sempre avuto un interesse per questo mondo. Nel 2011 ho avuto l’opportunità di acquistare una macchina sportiva e ho iniziato a gareggiare da pilota. Purtroppo ho perso questa prima auto nel corso di una competizione e così ho dovuto acquistarne un’altra.
Prima pilota e ora navigatore nelle gare, giusto?
Esattamente. Nel 2018 ho conosciuto Alessio Cristini, un amico di mio fratello, il quale mi ha chiesto di poterlo affiancare nelle gare come navigatore. Abbiamo iniziato a gareggiare e quest’anno, in occasione di un campionato in territorio croato, abbiamo conquistato il primo premio di categoria e il sesto posto nella classifica degli assoluti.
Un ruolo sicuramente complesso quello di navigatore, quali sono le qualità richieste?
Tanta concentrazione e nel mio caso, arrivando dall’esperienza di pilota, ho dovuto imparare tutto.
E per quanto riguarda l’esperienza di pilota?
Bisogna vincere le paure, stare attenti che gli altri concorrenti non ti tamponino durante le gare rompendoti l’auto, – alla quale sono personalmente molto affezionata – oltre a tanta preparazione.
La vita amministrativa e il rally sono due realtà facilmente conciliabili? Quanto si allena?
Il tempo per allenarsi è poco e per me il rally è un hobby, oltre a una grande passione. Normalmente parto un giorno prima della competizione per poter studiare il percorso di gara. Il tempo dedicato alla vita amministrativa non ne risente, in quanto non manco mai a riunioni ed eventi.
Il rally le ha mai offerto degli spunti per affrontare al meglio la sua esperienza da consigliere comunale?
Sicuramente parliamo di due ambiti differenti, però fare il navigatore insegna a essere reattivi, immediati nelle azioni e invita a riflettere bene sulle cose: se si forniscono al pilota delle note sbagliate c’è il rischio di farsi davvero male. Questi sono sport di responsabilità, dove è importante essere lucidi e fare la scelta giusta al momento giusto. Consiglio di praticare il rally, seppure sia molto oneroso.
Si parla spesso di emancipazione femminile e lei ne è un esempio con la sua esperienza in uno sport tipicamente maschile: vorrebbe dare un messaggio ad altre donne?
Ho osservato come alle ragazze piaccia il mondo del rally, ma non lo praticano perché oneroso. Tuttavia ho trovato delle giovani durante le gare e la cosa positiva è che vengono valutati i tempi di gara e solo quelli fanno testo, non viene fatta una distinzione tra uomo e donna. Quindi, le donne desiderose di affacciarsi a questo mondo dovrebbero farlo e possono aprirsi di più a questi sport: in fondo il rally è anche rilassante e consente di sfogarsi molto.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto per gentile concessione di Silvia Marcon).
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