Il mondo del ciclismo piange uno dei grandi. È morto il 76enne Felice Gimondi a causa di un malore fatale avvenuto mentre nuotava in mare. La leggenda del ciclismo italiano era in vacanza con la famiglia, a Giardini Naxos in Sicilia, famosa località della costa messinese, quando si è sentito male.
Gimondi, ciclista professionista dal 1965 al 1979, è stato uno dei pochi ad aver vinto tutti e tre i grandi giri: il Giro d’Italia per tre volte (nel 1967, 1969 e 1976), il Tour de France nel 1965 e la Vuelta a Espana nel 1968.
Ha gareggiato vincendo alcune tra le classicissime come la Parigi-Roubaix, la Milano-Saremo e il Giro della Lombardia. Felice Gimondi è stato anche campione del mondo di ciclismo su strada nel 1973.
“Un capitano, un bravo capitano. Una persona completa, squisita e un esempio da seguire per tutta la squadra, soprattutto per coloro che lo conoscevano anche fuori dal mondo delle corse”: queste le parole con le quali Tommaso De Prà (nella foto con Gimondi) , ex ciclista professionista residente a Pieve di Soligo, gregario e compagno di squadra di Felice Gimondi dal 1968 al 1971, ricorda l’amico con cui ha vissuto importati successi.
De Prà, maglia gialla al Tour de France nel 1966, ha gareggiato per alcuni anni in squadra con Felice Gimondi, vestendo la maglia della Salvarani.
“In quegli anni correvamo con la Salvarani – ha raccontato commosso Tommaso De Prà – Era un piacere lavorare per il nostro capitano. Gimondi ci metteva in una condizione perfetta, sapevamo cosa voleva da noi e così riuscivamo a portarlo alla vittoria.”
“Mi ricordo – conclude De Prà – quella volta alla Milano-Varzi-Pavia. Durante il finale di gara, ero in testa e, a poca distanza dal traguardo, mi ha superato a gran velocità, arrivando primo. Si capiva già allora che aveva la stoffa del campione.”
Dalle parole di Tommaso De Prà si evince lo stretto legame che univa i due grandi campioni della bicicletta, che hanno rappresentato il ciclismo del secolo scorso.
(Fonte: Francesco Pastro © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Tommaso De Prà).
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