“Maradona, il dio del calcio, ma con me non segnò”: il ricordo da mediano del pievigino Giancarlo Lucchetta

Forse è un segno del destino, Giancarlo Lucchetta (a sinistra nella foto), pievigino, mediano, “operaio della pelota” come ama definirsi, con dieci anni di professionismo nel mondo del calcio, oggi compie 55 anni. Oggi è morto Maradona, a cui Giancarlo è in qualche modo legato a doppio filo.

“Devo a lui anche una pagina del Guerin Sportivo del 1987 e un pizzico di notorietà” dice senza falsa modestia.

Bisogna risalire alle annate 1986-87 e successiva, quando il Napoli calcio effettuava il ritiro a Trento, e la prima uscita stagionale era sempre con la squadra di casa che allora militava in C1, e nella quale per quattro stagioni, dopo aver giocato nella Pievigina, giocava Giancarlo Lucchetta. Allo stadio “Briamasco” di Trento lo ricordano ancora quell’agosto del 1987.

Quella di Lucchetta è stata proprio una vita da mediano, agile e duro con piedi abbastanza buoni, e proprio al mediano allora toccava marcare il numero 10 avversario: e, quando hai davanti Maradona, non era la cosa più semplice.

L’ho marcato bene – ricorda Giancarlo -, mi sono impegnato al 300 per cento e non ha segnato. O meglio ha segnato su punizione, che però non avevo provocato io. Finì 3-1 per loro ma ho ricevuto i complimenti. Devo dire che Maradona era in ottima compagnia: Careca, Bagni, Bruscolotti per fare qualche nome”.

Come lo ricordi il Maradona di allora?
Era basso e tracagnotto ma non riuscivi a spostarlo, una forza di gambe non comune, quando allargava le braccia non lo superavi. Una cosa fenomenale, era piantato per terra, non ricordo altri come lui, anche se era piccolo era davvero un carro armato”.

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La notizia della sua scomparsa lo ha colpito molto: “E’ morto proprio nel giorno del mio compleanno, è un segno del destino, una data che non si dimentica – afferma Lucchetta -. Io operaio della pelota ero molto legato al calciatore Maradona, con lui ho toccato l’apice calcistico, ho “toccato” la nobiltà del calcio. Lo reputo senza fare accostamenti il miglior giocatore di sempre, il genio assoluto del pallone”.

E dopo l’esperienza trentina Lucchetta, proveniente da una famiglia di calciatori che hanno fatto anche la storia dei giallorossi pievigini, ha giocato in C1 in Abruzzo, concludendo però la sua carriera nella seria A australiana, quando il calcio da quelle parti cercava piedi buoni: “Due stagioni, una a Sydney e poi a Melbourne – ricorda ancora -, dove nel 1994 sono stato anche vicecampione australiano”.

(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Giancarlo Lucchetta).
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