Tornerà in pista Marco Signor, il re del rally di Caerano di San Marco, che dal 2014 è risultato più volte tra i primi in classifica e nel 2016 ha vinto il campionato italiano Wrc.
Dopo alcuni mesi di stop, il giovane pilota spera di poter ripartire in grande con la manifestazione rallistica di Roma Capitale, che, molto probabilmente, si terrà il 23 luglio. Tutto, ovviamente, dipenderà anche e soprattutto dalle circostanze esterne.
Marco si è raccontato, svelando quali sono state le sue più grandi difficoltà di questi ultimi mesi di confinamento.
Come hai trascorso questi mesi? Sei riuscito ad allenarti? Quando pensi di ricominciare a gareggiare?
Allora, ho sempre cercato di fare allenamento fisico, ho il tapis roulant a casa, per cui mi sono sempre allenato costantemente, correndo…non però con la macchina. Ora ci si può allenare da soli, ma non ha senso fare il test da soli, senza navigatore. Nel Rally si va via in due, da soli non ha proprio senso. Forse a fine luglio c’è la gara di Rally di Roma Capitale e quindi, forse, si ripartirà da questa gara del Campionato Italiano, che è valida per quello europeo. Speriamo.
Quale campionato non hai più potuto fare in questo periodo?
A marzo avrei dovuto correre sulla mia Volkswagen Polo GTI R5 al 43esimo Rally il Ciocco e Valle del Serchio a Castelnuovo di Garfagnana, in Toscana. Con me ci sarebbe dovuto essere Francesco Pezzolli…purtroppo però la gara è stata rinviata ad agosto.
Hai scelto questo sport come tua prima occupazione, o ne hai anche altre?
No, il mio lavoro principale è un altro da anni. Competo con piloti professionisti, ma sono pochi quelli in Italia che sono appoggiati dalle case automobilistiche ufficiali e che vengono stipendiati: sono solo due! Ormai anche le competizioni si fanno a livello mondiale e basta…non è più un mercato di interesse per le case costruttrici. Per questo motivo, otto anni fa ho deciso di entrare nell’ azienda di mio padre e di dedicarmi al Rally come hobby.
L’azienda c’entra qualcosa con il Rally? Come è nata allora questa passione per le macchine e la voglia di andare in pista?
No, l’azienda non ha nulla a che vedere con il Rally: a lavoro mi occupo di imballaggio flessibile, sacchi per alimenti, shopper per la spesa ortofrutta, materiali di consumo compostabili… La passione per i motori me l’ha trasmessa mio papà. Lui ha sempre avuto questa passione, ma non aveva la possibilità di “concretizzarla”, e così l’ha trasmessa a me: ora mi segue sempre ed è il mio più grande fan! All’età di 7 anni avevo iniziato col Go Kart, e sono andato avanti fino a 16. Poi, dato che studiavo anche all’Igea, mi sono fermato due anni e solo a 18 mi sono buttato nel Rally, perché ci vuole la patente.
Quindi a 18 anni hai iniziato col Rally e fino al 2012 ti sei dedicato esclusivamente a quello?
No, nel frattempo mi sono anche laureato. Mi sono fermato però alla triennale, non ho fatto la magistrale, perché ero troppo impegnato. E infine mi sono anche sposato.
Hai avuto mai paura? Come credi sia il ritorno alla normalità per te?
Mi è capitato di fare degli incidenti, ma fa parte del gioco. Riprendere un certo livello è sicuramente difficile, ci vorrà qualche gara di adattamento per percorrere qualche km in più. Quando riapriranno le competizioni spero di trovare qualche gara, come quella a Roma, così da poter riprendere.
(Fonte: Sara Surian © Qdpnews.it).
(Foto: Marco Signor).
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