Roberta Frisiero racconta il suo tennis: “Quei primi colpi di racchetta nel cuore, il must del completo bianco”

Sono stati quei “primi colpi” portati con la racchetta di legno a far nascere in Roberta la passione-amore per lo sport della racchetta su terra rossa. Già, perchè quando Roberta era piccolina, il tennis ancora non veniva giocato su altre superfici se non su quella che ha reso famosi atleti come Adriano Panatta e molti altri campioni.

“Per me Adriano era un mito. Lo seguo ancora oggi. Era ed è un bel ragazzo. Per noi giovani tenniste di allora (per qualcuna ancora oggi) e per il movimento tutto, Panatta ha rappresentato una vera e propria icona”.

Roberta, nata a Conegliano, lo scorso anno in South Carolina ha ritirato il premio come miglior maestra italiana conferitole dalla PTR (Professional Tennis Registry).

“E’ stata davvero un’emozione. Il viaggio, la cerimonia, stare insieme a tantissimi altri maestri provenienti da oltre mezzo mondo e poter scambiare esperienze e opinioni”.

Roberta Frisiero svolge la sua attività a San Vendemiano nel suo Tennis Club dove spende intere giornate dedicate all’insegnamento della disciplina. Allievi di tutte le età, ragazzi e ragazze (circa un’ottantina) e una collaborazione con l’accademia bresciana “Vavassori”, una delle realtà di alto livello nello scouting tennistico.

Oggi fanno la differenza i materiali, le superfici velocissime, la preparazione atletica esasperata, ma efficace – dice Roberta -. Differentemente da venti anni fa, quando i vincitori dei tornei erano, per lo più sempre gli stessi, adesso i gradini più alti dei roster vengono occupati da giocatori diversi e questo lascia buone speranze. Questo fenomeno è assai più marcato nel circuito femminile dove, dopo l’uscita della Williams, davvero c’è una lotta serratissima ad ogni evento. In più i media danno il riverbero mediatico giusto andando così a fare del tennis uno degli sport più allettanti ed attraenti del momento”.

Ma Roberta Frisiero, a parte tutto, ha nel cuore quei “primi colpi” palleggiati con la racchetta di legno. Quello strumento che ancora oggi le provoca emozioni e ricordi personalissimi.

Ad esempio quando ricorda il suo primo, compianto, maestro (il coneglianese Sergio Bellotto), le giornate intere trascorse sul campo di gioco, con il completino bianco e con un sogno: diventare maestro federale di tennis e poterne fare la propria professione.

(Fonte: Redazione © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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