Dalla Virtus Farra, poi Qdp, a 12 anni ha lasciato il Quartier del Piave destinazione Treviso dove, dal 2004 al 2009, si è fatto notare dalle società che contano: Samuele Longo, 27 anni, attaccante di razza da Col San Martino ha scalato le tappe, arrivando a 16 anni all’Inter. Da dove, intanto, anche per la prossima stagione ripartirà.
All’Internazionale dopo due anni nella squadra Primavera ha iniziato a farsi le ossa in giro per l’Italia, e poi con maggiore profitto in Spagna, dove ha trovato porte aperte e un ambiente che in qualche modo rimpiange.
Lo abbiamo avuto ospite in redazione alla vigilia della partenza per il ritiro interista di Lugano, dove conoscerà anche Antonio Conte, il nuovo condottiero nerazzurro.
“A Piacenza ero in prima squadra e a Genoa con la Primavera, poi un altro anno tutto all’Inter – conferma – dove ho conosciuto il giocatore più forte che abbia visto: Samuel Eto’o. Ho imparato molto, e la mia carriera è praticamente iniziata in Spagna: Espaniol e Rayo Vallecano, Huesca, Girona, Tenerife”.
Il tutto inframezzato da qualche ritorno e presenza a Cagliari e Frosinone senza troppa fortuna per una punta: “Si, ma partivo sempre a partita iniziata e non è semplice far vedere quanto vali, e in pochi minuti non è così scontato fare gol”.
Resta il fatto che a Girona, in Spagna lo rimpiangono, un rapporto molto intenso con la città dove sei stato protagonista della promozione in Liga?
“Sono stato capocannoniere della squadra a Girona, abbiamo vinto il campionato, ho passato davvero un bel periodo. Anche all’Espaniol con Pochettino mi sono trovato bene”.
Che differenza tra i campionati di calcio italiano e spagnolo, solo spettacolo o mentalità?
“Come cultura la differenza più grande è il modo di interpretare le partite. In Spagna si gioca per fare gol, per un attaccante è più divertente. In Italia ci si preoccupa di più di non prendere gol, un gioco più difensivo. Per questo a me piace di più lì”.
E l’Inter è nel tuo futuro?
“Ho un contratto ancora per due anni. Lunedì inizio il ritiro con Conte. Sono contento, più che emozionato, credo di imparare moltissimo: è un grande allenatore, ha fatto bene ovunque, ne ho sentito parlare solo bene e quindi mi fa piacere essere allenato da lui”.
Però c’è il sogno segreto….?
“Non sono vecchio, devo crescere come prima punta, recentemente non sono stato fortunato e ho ambizioni più grandi ancora. Alcuni infortuni hanno condizionato la mia carriera. Il mio sogno è l’Inghilterra, vediamo cosa offrirà il mercato. In Spagna però tornerei volentieri, lì mi conoscono bene e io sto bene”.
Gli infortuni ti hanno condizionato?
“Dopo l’Espaniol per un infortunio alla spalla ci ho messo più del previsto a ritornare. Sono passato a Verona e quando sono guarito c’era Toni che segnava gol a grappoli. Poi l’ultimo anno a Cremona con una sublussazione all’anca che ha richiesto mesi di cure. Ma ora sono guarito ancora del tutto e sono pronto ad affrontare in pieno la nuova stagione”.
Il tuo rapporto con la nazionale?
“Under 19, 20 e 21, esordio con Ferrara e ho fatto gol, poi con Mangia e Di Biagio. Dei miei compagni con la nazionale non tutti sono in serie A, non so dove in realtà giochino molti di loro. Però di una cosa sono convinto. La mia nuova carriera comincia ora, posso dare ancora molto a questo mondo”.
(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
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