Vanni Oddera colpisce ancora: il campione mondiale di freestyle è arrivato in Veneto, e nel nostro Quartier del Piave lo scorso giovedì 21 maggio, per offrire il suo progetto di moterapia take-away, a bambini e adulti affetti da disabilità e da patologie oncologiche.
Un modo per sentire meno il peso di questo periodo e poter trasmettere il linguaggio delle emozioni.
Il campione, in questi giorni, sta visitando diverse località assieme al suo gruppo, per offrire dei giri in sella alla propria moto a chi è meno fortunato, mantenendo sempre le dovute precauzioni e utilizzando tutti i dispositivi di sicurezza.
Un’iniziativa per alleggerire il momento storico che stiamo vivendo, visto il divieto di assembramenti ancora vigente.
La storia di Oddera e della mototerapia nasce nel 2009, in Russia: una sera il campione era di ritorno da una festa e, una volta salito in un taxi, si era accorto di come il conducente, senza gambe, fosse costretto a rimanere seduto sulla propria urina, vista l’impossibilità di andare in bagno e di abbandonare, anche solo per un attimo, il proprio lavoro.
In quel momento, la consapevolezza di quanto fosse fortunato lo indusse a regalare al tassista tutti i soldi che aveva in tasca, con il desiderio di poter dare un propriuo contributo nel cambiare il mondo.
La mototerapia divenne la risposta a questa sua volontà: viaggi-vacanza rivolti a persone con disabilità e varie patologie, oltre a corse a bordo della sua moto, e di quella dei suoi compagni, nelle corsie degli ospedali sono state solo alcune delle iniziative ideate per rendere più allegro il periodo della degenza in nosocomio.
La scuola, inoltre, è stato il luogo scelto da Oddera e i suoi per raccontare le proprie storie, con la speranza che qualche giovanissimo possa in futuro seguire le loro orme, dando un aiuto al prossimo: nel maggio dello scorso anno, ad esempio, il campione aveva fatto visita all’istituto “Marco Fanno” di Conegliano, alla vigilia dello spettacolo offerto in via XX Settembre dal nome “Otto metri sopra il cielo” (qui l’articolo).
Un linguaggio delle emozioni proposto anche in questi giorni di emergenza da Covid-19, grazie a momenti di spensieratezza che possono davvero fare la differenza.
Nel suo libro “Il grande salto”, Vanni Oddera ha scritto a proposito della sua avventura con la mototerapia: “Il piacere di dare quel che potevo, di liberare la mia vitalità per altri che ne avevano bisogno e lanciarmi in un salto vertiginoso verso l’umanità e attraverso l’umanità, quello era fonte di un piacere sottile e sconcertante, qualcosa che ti esplodeva nel petto e aveva effetti molto più duraturi delle altre forme di piacere che avevo provato“.
I genitori dei piccoli passeggeri di questi miniviaggi in moto si sono dimostrati grati verso il campione e la sua compagnia.
In particolare, una mamma ha scritto: “Quando vedi un bambino che corre per abbracciare e stringere un campione, dentro di te senti che questa è vita! Nel frattempo i campioni sono diventati due: il bambino che ha superato le paure – e non solo – e colui che lo ha reso capace. Questa è la vera terapia“.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di una lettrice).
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