In Italia sono quasi un milione i nuovi tesserati ogni anno dello sport della racchetta: una crescita esponenziale dovuta anche ai successi del tennista Jannik Sinner e di tutti gli altri tennisti italiani (l’Italia è, da due anni consecutivi, detentrice della Coppa Davis).
Aumentano anche i tornei e gli eventi organizzati in Italia, e anche le scuole tennis e i circoli affiliati. Sempre più italiani, dunque, seguono e si appassionano al “mondo della racchetta”, portando il Bel Paese ad essere uno dei Paesi con più seguaci al mondo del tennis, sport che oggi martedì celebra la sua Giornata internazionale.
“Sicuramente si è fatto sentire l’effetto Sinner, nel tennis italiano e anche in quello trevigiano: abbiamo avuto molti nuovi ragazzi iscritti sull’onda dei successi dell’altoatesino e anche delle ragazze della Coppa Billie Jean King. Noi, comunque, abbiamo sempre cercato di coinvolgere sempre più ragazze e ragazzi nel praticare questo sport, a livello agonistico o amatoriale. La nostra attività è partita nel 2007 – le parole del presidente del Park Tennis di Villorba, nato nel 2001, Gianfranco Griso – il nostro desiderio è sempre stato quello di riuscire a ben figurare nel mondo del tennis trevigiano e regionale“.
“Grazie ai nostri maestri che continuano ad allenare giovanissimi ma anche sempre più adulti portando in alto il nostro club, le nostre squadre sono ben posizionate nel ranking veneto. Nella squadra femminile del nostro circolo abbiamo anche una 400 al mondo, una spagnola e la 2.1 italiana Fornasieri, abbiamo una C maschile, qualche squadra di serie D e le giovanili” elenca Griso.
Ad un certo livello, “in passato si curava di più la tecnica, mentre ora l’atleta deve essere molto più forte a livello fisico e mentale, un cambiamento dovuto anche all’altezza dei ragazzi e delle ragazze che devono essere molto alti, circa 1,90 metri i maschi e 1,75/80 le femmine”.


“Il gioco di oggi è molto più aggressivo, il servizio è molto forte e veloce e gli atleti sono sempre più solidi a fondo campo perché sbagliano meno, danno molta rotazione alla palla e tendono ad aspettare l’errore dell’avversario. Quest’anno è tornato anche il “rovescio in back“, un colpo molto usato negli anni ’70 avendo le racchette in legno, più piccole, perché aiuta a cambiare il tipo di gioco” le parole del maestro di tennis del Park Tennis Roberto Marian.
(Autore: Matteo De Noni)
(Foto e video: Matteo De Noni)
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