15mila chiamate in dieci anni per il numero verde anti-suicidi. Zaia: “Parlate con i nostri operatori”

La dottoressa Emilia Laugelli, Luca Zaia e Manuela Lanzarin

Oltre 15 mila chiamate, per una media di 1500 all’anno, la maggior parte delle quali effettuate da persone con un rischio suicidale classificato come alto. Sono questi i numeri del servizio inOltre, il progetto della Regione del Veneto, che mette a disposizione lo 800 334343, un numero verde gratuito anti suicidi, per le persone che, come spiegato da Luca Zaia: “non vedono il sereno oltre la tempesta“. 

Il servizio è nato nel 2012 per far fronte alle necessità degli imprenditori colpiti da una delle peggiori crisi economiche nella storia recente e che via via si è esteso ai bisogni di altre fasce della popolazione, in un’evoluzione sociologica: dalle famiglie messe in difficoltà dal crack di alcune banche venete, nel 2016, ai cittadini angosciati dagli effetti della pandemia da Covid, fino a supportare adulti e adolescenti alla ricerca di risposte e consigli per affrontare le complessità della vita. 

“Questo è un punto di ascolto gratuito per affiancare e accompagnare le persone che stanno attraversando profondi cambiamenti legati a situazioni di crisi” aggiunge Zaia. Quello messo in piedi dalla regione è un servizio a disposizione ogni ora del giorno grazie a un team di dieci psicologi pronti ad ascoltare i bisogni delle persone e in grado di intervenire prontamente. 

“Proprio ai ragazzi mi rivolgo apertamente: se state vivendo un periodo difficile che vi sembra impossibile superare, sappiate che avete a disposizione il numero verde per la prevenzione dei suicidi 800 334343: gli psicologi saranno a disposizione 7 giorni su 7, nella massima riservatezza. Vi ascolteranno, vi aiuteranno e vi faranno capire che dopo la pioggia viene sempre il sereno” ha aggiunto Luca Zaia. 

L’occasione di questo bilancio è stata la presentazione del libro realizzato per i 10 anni del servizio, che racconta quali attività siano state realizzate e la metodologia di lavoro utilizzata. Accanto al presidente Zaia, oltre all’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, la responsabile scientifica del progetto Emilia Laugelli dell’Ulss7 Pedemontana, che dal primo settembre ha passato il testimone del progetto alla Cooperativa Sociale ‘Mano Amica’ di Schio, che attualmente gestisce il servizio dopo aver vinto il bando per una coprogettazione tra privato sociale e Azienda Zero.

 “La sofferenza e l’ansia – ha spiegato Laugelli – appartengono trasversalmente a tutta l’umanità, il tema della malattia mentale va affrontato, l’importante è parlarne. Per questo motivo una delle prime iniziative che verranno intraprese sarà quella di avviare una campagna d’informazione per far conoscere il servizio e l’importanza della promozione della salute”. La dottoressa ha poi ricordato alcuni episodi della sua lunga carriera che hanno commosso i presenti oltre che Luca Zaia che in un passaggio particolare di un racconto ha estratto un fazzoletto dalla tasca della sua giacca per asciugare le lacrime. 

Soddisfazione è stata espressa anche dall’assessore Lanzarin che ha parlato di un’idea lungimirante, che ora è stata resa strutturale. “Il nostro obiettivo – ha evidenziato – è quello di mettere in rete i servizi attraverso un lavoro di programmazione socio sanitaria, che garantisca la presa in carico immediata della persona in difficoltà: dall’adolescente, alla donna vittima di violenza, al cittadino che deve affrontare un momento di crisi e chiede aiuto”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Related Posts