Inizia da palazzo Balbi e dall’incontro con il governatore del Veneto Luca Zaia il tour del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli nelle regioni italiane. I vari incontri con i governatori serviranno per definire i tempi e le modalità di quella che da Zaia è sempre stata definita “la madre di tutte le battaglie”.
“Una apposita cabina di regia è prevista nell’ambito della legge di stabilità – ha sottolineato, il Ministro -. Nell’arco di un anno dovrà definire i livelli essenziali di prestazione LEP (ovvero i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale ndr) insieme ai relativi costi e ai fabbisogni standard. Solo dopo la definizione dei LEP sarà consentito il trasferimento delle funzioni ulteriori alle Regioni”.
Il modello di cui parla il ministro prende il nome di ‘autonomia differenziata’, proprio perché le competenze sulle varie materie vengono richieste sulla base delle potenzialità e del contesto di ogni singola Regione. “Sarà necessaria una legge di attuazione e, portando avanti tutto in parallelo, dovremmo poter affrontare e votare le singole intese, stabilite per la fine del 2023 e affidarle al Parlamento” continua Calderoli.
Dalle parole del ministro pare dunque che nei mesi iniziali del 2024 le regioni e il governo dovrebbero firmare la pre intesa che porterà poi all’effettiva autonomia delle regioni.
“L’autonomia non è la richiesta di un’amministrazione ma di un popolo, su basi democratiche. – ribadisce Zaia – Il Veneto se la aspetta fino in fondo. Ringrazio il ministro Calderoli perché, dopo aver avuto a che fare con cinque esecutivi, finalmente ci troviamo di fronte ad un Governo che, in 43 giorni, è al lavoro con concretezza su una bozza di legge di attuazione, frutto anche del dialogo con i territori. Ma soprattutto perché in una manovra ora c’è un articolo specifico che mette ordine e stabilisce che i LEP si devono definire entro 12 mesi, terminati i quali dovrà intervenire un commissario”.
“Non vogliamo togliere niente a nessuno, siamo convinti di essere legati a doppio filo con le altre Regioni e rifiutiamo ancora una volta l’accusa di voler la secessione dei ricchi. – prosegue il governatore – Abbiamo ben chiaro che il Paese se cresce lo fa tutto assieme, se sprofonda lo fa tutto assieme. Chiediamo solo che la competenza che ci verrà riconosciuta in ognuna delle materie, venga trasferita insieme alle risorse che lo Stato dedica già a quella materia per il Veneto. Questo significa non togliere nulla a nessuno. Se poi per qualcuno l’obbiettivo è l’equa divisione del malessere, allora noi non ci stiamo. Non accettiamo la regola di chi ritiene che ‘mal comune sia mezzo gaudio’. Per noi l’autonomia rimane vera assunzione di responsabilità, un nuovo corso per questo Paese”.
“Questo Governo ha davanti una pagina bianca di storia da poter scrivere – conclude il Governatore –. Dopo il varo della Costituzione nel 1948, la più grande riforma per questo Paese può essere solo quella in chiave federalista con l’autonomia. La disponibilità del Governo è acclarata, spero che in ugual misura sia quella del Parlamento e che anche chi non condivide questa nostra visione abbia la lucidità per accettare di ragionare insieme su un progetto che fa bene a tutti”.
(Foto: Regione Veneto).
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