Se n’è andata all’età di 118 anni la “decana dell’umanità”: suor André, all’anagrafe Lucile Randon, si è spenta nel sonno la scorsa notte a Tolone, nel sud della Francia, nella casa di riposo in cui risiedeva.
Nata l’11 febbraio 1904 ad Alès, suor André aveva vissuto le dolorose vicende della prima e della seconda Guerra mondiale, attraversando di fatto oltre un secolo di storia dell’umanità.
La notizia è stata confermata dal sindaco della città, Hubert Falco: “È con immensa tristezza ed enorme emozione che ho appena appreso della morte di suor André – ha scritto in un post sui propri canali social -. Era la decana dell’umanità e, grazie alla sua notevole età, aveva conquistato il cuore di tutti i francesi. Ma, al di là del simbolo che rappresentava per aver attraversato il secolo e vissuto due guerre mondiali, suor André era soprattutto una donna profondamente buona e affettuosa”.
Come riporta l’Ansa, nessun organismo ufficiale attribuisce il titolo di uomo o donna più anziani del mondo, ma Suor André era la donna più vecchia la cui data di nascita era stata verificata, e per questo anche il Guinness dei primati aveva registrato il suo record lo scorso 25 aprile, dopo la morte a 119 anni della giapponese Kane Tanaka. Con la sua morte, la 115enne María Branyas Morera, che vive in Spagna, assume ora il titolo di persona più anziana del mondo.
La suora apparteneva alle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, la congregazione femminile più numerosa della Chiesa, presente in una novantina di Paesi. La sua vocazione era giunta a 40 anni, dopo un lungo periodo speso come istitutrice in varie famiglie, anche celebri; ora viene ricordata per una lunga vita – 78 anni di professione religiosa – trascorsa nel segno della gioia, della fede e della generosità, testimoniate fino all’ultimo, anche nel periodo di malattia per Covid, che la stessa era riuscita a superare, rappresentando una testimonianza di speranza per tutti, non solo per i credenti.
Nello scorso aprile, aveva rivelato di aver lavorato fino ai 108 anni, quando l’età e la cecità l’avevano costretta sulla sedia a rotelle. Un paio di anni fa, Papa Francesco le aveva inviato un Rosario, e la religiosa stessa amava ripetere: “La mia gioia quotidiana è di poter ancora pregare”. Da qualche tempo, comunque, l’anziana religiosa non nascondeva una certa stanchezza e auspicava di “ritirarsi da questa vita”, ma – aveva confidato – “Dio non mi ascolta”.
(Foto: web).
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