Nel mese di agosto da poco terminato, in Veneto si è registrata una temperatura media di 24.1 °C, un dato superiore di ben 3.0 °C in più rispetto alla media del periodo 1991-2020. Le temperature minime, ovvero quelle notturne, registrano una media di addirittura più 3.2 °C, mentre le massime di 2.9 °C.
“Se a questi elementi aggiungiamo il rilievo che i picchi più rilevanti si registrano su Prealpi, Dolomiti e pianura orientale – spiega l’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin -, non possiamo che valutare questi dati come un segno evidente dei cambiamenti climatici in atto”.
Numerosi i record da segnalare, tra cui i 14.1°C sul Faloria a Cortina d’Ampezzo (2235 m s.l.m.) e 19.7°C a Col Indes in Alpago (1181 m s.l.m.) nel Bellunese e anche i 23.3°C a Passo Santa Caterina (807 m s.l.m.) nel Vicentino.
“La particolarità di questo periodo è ben evidenziata dall’andamento del numero di notti tropicali, notti in cui la temperatura minima non scende sotto i 20 °C – dettaglia l’assessore -. Questo agosto, con circa 20 notti tropicali, rappresenta un valore eccezionale nettamente superiore anche all’andamento medio registrato dal 1992 in poi. E decisamente superiore anche a quanto accaduto nel 2003, l’anno in cui si era registrato l’agosto più caldo prima di quest’anno”.
Al dato delle temperature fa da contraltare quello delle precipitazioni.
In questo caso si stima che siano caduti mediamente in Veneto 66 mm di precipitazione a fronte di una media del periodo 1994-2023 di 102 mm, registrando un dato del 36% inferiore rispetto allo storico. In questo caso va peraltro evidenziato che si sono avute zone che hanno registrato precipitazioni oltre i 200 mm (stazioni di Chioggia – Sant’Anna nel Veneziano con 226 mm, Rosolina – Po di Tramontana nel Rodigino con 223 mm e Cima Canale di Visdende a Santo Stefano di Cadore nel Bellunese) e altre dove praticamente non è quasi mai piovuto, in particolare nel Veronese (stazioni di Bardolino – Calmasino con 7 mm, Peschiera – Dolci con 8 mm, Castelnuovo del Garda con 12 mm e Villafranca di Verona con 13 mm).
“Confrontando questi dati con quelli delle precipitazioni dell’anno idrologico 2023-24, ovvero il periodo che va da ottobre ad agosto – prosegue Bottacin -, si rileva di converso che la media è stata in Veneto di circa 1397 mm a fronte di un dato storico raccolto tra il 1994 e il 2023 di 1008 mm, quindi un più 39% che risulta ancor più ragguardevole calcolando che negli ultimi mesi la media è stata notevolmente abbassata”.
“Anche se il picco di agosto può rappresentare un’eccezionalità, i dati oggettivi registrati nel lungo periodo evidenziano comunque un aumento medio di 1,5 gradi della temperatura negli ultimi trent’anni – conclude l’assessore Bottacin -. Cambia il clima e cambia anche il modo di piovere, non tanto in termini quantitativi rispetto al passato ma certamente in termini qualitativi, con fenomeni molto concentrati nel tempo che possono provocare rilevantissimi danni. Ciò implica la necessità di attrezzarsi sia in termini di adattamento ai cambiamenti climatici che di mitigazione del rischio, cosa che in questi ultimi anni in Veneto abbiamo puntualmente fatto. Oltre a potenziare il sistema previsionale, per ridurre al massimo il rischio per la popolazione come Regione abbiamo messo in campo anche un ambizioso piano di opere di difesa del suolo da oltre 3,5 miliardi di euro e della quale sono già state predisposte opere per quasi due miliardi. Lo si è visto negli eventi calamitosi più recenti, Vaia nel 2018 e pure l’alluvione del dicembre 2020, in cui se non fossero state elaborate puntuali previsioni meteo e nel tempo predisposte precise opere di prevenzione, i danni avrebbero potuto essere ben più drammatici di quelli, pur grandi, effettivamente riscontrati”.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
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