In Veneto servono oltre 20mila lavoratori stagionali in agricoltura per la campagna di raccolta della frutta e per la prossima vendemmia.
“Si dia stabilità ai lavoratori stranieri che rientrano nel Decreto Flussi tramite la cosiddetta Conversione – è l’appello di Cia Veneto –. Oggi le loro autorizzazioni vengono rinnovate annualmente, con notevole dispendio di tempo e energie. Tuttavia, dopo un periodo di formazione, solitamente l’impresa agricola tende ad assumere sempre la stessa persona, pure negli anni successivi. E questo proprio per un principio di continuità lavorativa”.
Gli stop&go (ovvero le cessazioni e le riassunzioni, di anno in anno) sono controproducenti tanto per l’azienda che per il lavoratore. “La parole chiave dev’essere semplificazione – sottolinea il direttore di Cia Veneto, Maurizio Antonini –. Sullo sfondo, il grande tema della legalità”.
A tal riguardo Cia è stata l’organizzazione agricola capofila del progetto FAMI 2014-2020 dedicato al tema del caporalato. Insieme a trenta partner, tra Reti nazionali, cooperative, consorzi, Ong e associazioni, ha istituito “Rural Social Act”, un’iniziativa finalizzata ad attivare politiche comuni contro il lavoro nero, valorizzando il ruolo dell’agricoltura sociale, esempio di sviluppo territoriale che unisce sostenibilità economica e legalità, inclusione, qualità, capace di arginare le agromafie, sviluppando filiere etiche e innovative forme di distribuzione. Per quanto riguarda il Decreto Flussi, invece, “bisognerebbe creare una black list nella quale inserire quei datori di lavoro che nei click day precedenti, pur avendo ottenuto il visto d’ingresso per i lavoratori richiesti, non hanno poi formalizzato il contratto di soggiorno e, quindi, l’assunzione”.
Ancora meglio, secondo Cia, sarebbe superare la procedura del click day attraverso una prenotazione numerica della manodopera extra Ue da parte dei datori di lavoro; questa andrebbe effettuata prima del precaricamento delle istanze, così da permettere al Ministero competente di valutare correttamente il numero delle quote in base al fabbisogno reale.
“Il settore del primario rimane strategico per la comunità – precisa Antonini – e, non di meno, offre diverse possibilità di impiego”. Stando agli ultimi dati di Veneto Lavoro, nel 2023 si è registrato un lieve aumento di assunzioni nel comparto (+0,7%, in particolare stagionali). Dal punto di vista della cittadinanza, sono diminuite le assunzioni di cittadini italiani (-7,6%), mentre quelle dei collaboratori stranieri sono cresciute del 7,5%, e tuttora costituiscono la quota principale delle assunzioni (58,8%.). Fra i settori agricoli che hanno maggiormente necessità di operatori, segnala Cia Veneto, la coltivazione di ortaggi (con punte fino ad un +165%, dati 2023 su 2022) e il vitivinicolo, (+20%)”.
“Ci auguriamo che le Istituzioni raccolgano il nostro invito – conclude il direttore –, ovvero che sia garantito un corretto avvio delle diverse campagne di raccolta. Stabilizzando, appunto, quelle figure che in passato si sono dimostrate strategiche per le attività agricole”.
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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