“Il contrasto alla criminalità deve passare per prima cosa dalla prevenzione, attraverso una forte sensibilizzazione dell’opinione pubblica, dei consumatori e delle imprese e non solo dalla denuncia e dalla repressione. Il lavoro che Coldiretti insieme alla Regione Veneto sta promuovendo ha come obiettivo prioritario evitare che le infiltrazioni mafiose si approprino di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, approfittando anche della crisi causata dalla pandemia e dalla crisi energetica. La collaborazione con le Istituzioni è condizione imprescindibile per contrastare il crimine che si concretizza in tanti aspetti, dalle frodi, al riciclaggio, al caporalato, alle pratiche commerciali sleali, al consumo di suolo e utilizzo di fanghi”.
Queste le parole di Marina Montedoro direttore di Coldiretti Veneto presente ieri, mercoledì 11 gennaio, all’incontro promosso dall’Osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e la promozione della legalità istituito dal Consiglio regionale del Veneto, presieduto dalla vicepresidente Francesca Zottis, e coordinato da Bruno Pigozzo, ex consigliere regionale.
Marina Montedoro ha inoltre illustrato le iniziative messe in capo dalla Coldiretti sul tema, quali il Primo Rapporto regionale, nel 2022, sulle agromafie e agropirateria sul territorio regionale nato da un progetto con la Regione del Veneto e Osservatorio Agromafie, che vedrà nel 2023 un ulteriore approfondimento sui temi che sono emersi durante la riunione odierna. Dai seminari di approfondimento delle criticità legate alle agromafie in ogni provincia, assieme alla collaborazione con le Camere di Commercio Provinciali e Unioncamere fino alla sottoscrizione del protocollo d’intesa nel giugno 2022 tra Coldiretti Veneto, Prefettura di Venezia e Regione del Veneto volto ad attivare momenti informativi e formativi sulle pratiche commerciali sleali quali appunto possibile veicolo delle infiltrazioni criminali, rivolti alle imprese e operatori del settore.
All’evento a cui ha partecipato il procuratore Giancarlo Caselli presidente del Comitato scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie è stato ribadito che il sistema malavitoso compromette la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l‘immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy.
Le mafie nelle campagne operano attraverso furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell’Unione europea fino al controllo di intere catene di supermercati e ristoranti con un business criminale stimato – secondo Coldiretti – in oltre 24,5 miliardi di euro dall’Osservatorio Agromafie.
(Foto: Coldiretti).
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