Dal primo gennaio è entrata in vigore la completa transizione alla ricetta digitale ma nonostante questo è ancora consentito l’uso della ricetta cartacea, in attesa di direttive operative da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Sogei, del Ministero della Salute e dell’Aifa. Si avvia così una nuova fase di transizione che non chiude del tutto l’esperimento avviato durante l’emergenza Covid e che, secondo quanto stabilito dalla legge finanziaria, avrebbe dovuto concludersi entro la fine dell’anno scorso. Da ora in avanti, salvo per questa fase transitoria, circa 488 mila tra medici e odontoiatri saranno incaricati di emettere prescrizioni esclusivamente in formato digitale.
“La ricetta digitale – spiega Marco Cossolo, presidente di Federfarma, l’associazione che rappresenta le farmacie private italiane – è ormai un traguardo definito, ma deve essere raggiunto garantendo la continuità del servizio. Durante la graduale implementazione della digitalizzazione di tutte le prescrizioni mediche, e fino a una decisione definitiva delle autorità competenti, le farmacie continueranno a fornire farmaci anche sulla base di ricette cartacee, per evitare interruzioni nel servizio”.
A partire dal 2025, come previsto dalla legge finanziaria, tutte le prescrizioni mediche saranno obbligatoriamente digitali. Questo includerà non solo le ricette per farmaci e prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale (le cosiddette “ricette rosse”), ma anche quelle non rientranti nel sistema sanitario (le “ricette bianche”), pagate direttamente dai cittadini.
Nel frattempo, sia medici che cittadini potranno continuare a stampare le ricette, che dovranno però essere sempre generate in formato digitale, in linea con l’obiettivo di migliorare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva e assicurare il pieno aggiornamento del Fascicolo Sanitario Elettronico.
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
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