Autonomia, inammissibile il referendum abrogativo. Villanova: “A difendere la riforma solo il Veneto”

Luca Zaia e Alberto Villanova

Nel tardo pomeriggio di oggi, lunedì, la Consulta ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata delle Regioni. Ad emettere la sentenza sono stati gli attuali undici giudici della Corte Costituzionale.

La Corte ha rilevato che “l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari”. La Consulta si era già espressa il mese scorso in merito alla cosiddetta ‘legge Calderoli’, sottolineando – ai fini di compatibilità costituzionali – la necessità di correzioni su sette profili della stessa legge: dai Livelli essenziali di prestazione (Lep) alle aliquote sui tributi.    

“Per la seconda volta, la Corte Costituzionale conferma tutta la propria autorevolezza sulla questione dell’autonomia – commenta il governatore del Veneto Luca Zaia – La prima volta con la sentenza relativa al ricorso contro la Legge Calderoli, in cui ha analizzato il merito della legge, fornendo alcune indicazioni per apportare correttivi, pur confermandone la piena legittimità. Oggi, con questa nuova sentenza, la Consulta mette fine alla vicenda referendaria con l’assoluta imparzialità che deve esserle propria. Questo pronunciamento contribuisce a chiarire ogni dubbio sul percorso dell’autonomia, che continuerà a svilupparsi nel pieno rispetto della Costituzione, delle indicazioni della Consulta e del principio di Unità nazionale, mantenendo al centro i valori di sussidiarietà e solidarietà”.

Esulta anche il capogruppo della Lega in consiglio regionale Alberto Villanova: “Finalmente anche la Consulta ha messo la parola fine a questo inutile teatrino messo in piedi dalla sinistra con la complicità dei 5 stelle – commenta – Il referendum abrogativo sull’Autonomia non si farà”. 

“L’azione di disturbo della sinistra si è rivoltata contro gli stessi DEM: una bomba politica esplosa tra i piedi degli stessi fautori della richiesta referendaria – continua – Fa pensare che la prima raccolta firme telematica della storia repubblicana, guarda caso contro il Veneto, finisca con uno stop costituzionale.  Ma fa pensare ancora di più come a difendere la riforma dell’Autonomia oggi a Roma ci fosse soltanto la Regione Veneto. Non lo dimenticheremo, e faremo in modo che i Veneti lo ricordino per molti anni”.

(Autore: Redazione Qdpnews.it)
(Foto: Archivio Qdpnews.it)
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