Nel prossimo week-end si giocherà a Baku in Azerbaijan, una partita decisiva per il futuro del nostro territorio. Durante la 43esima sessione del World Heritage Committee, saranno esaminate le 36 candidature a patrimonio dell’umanità, tra le quali figura per l’Italia quella delle” Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene”.
Dopo il recente parere favorevole di “Icomos” (acronimo di International Council on Monuments and Sites) che ha caldeggiato l’iscrizione alla lista del Patrimonio Mondiale come paesaggio culturale delle “nostre colline”, le possibilità che il sogno diventi realtà si fanno ancor più concrete.
Ma se di un sogno si tratta, è un sogno inseguito da tanti anni da un intero territorio. Come spiega Leopoldo Saccon, responsabile operativo del dossier, il primo tassello, anche se all’epoca nessuno si sarebbe immaginato fosse tale, è stato posto con un suo libro del 2003 dal titolo emblematico “Altri Paesaggi”.
Questo volume, un vero atto di amore verso il territorio dell’Altamarca, è finito nelle mani di Luigi Zangheri, uno dei membri Comitato Scientifico Internazionale per i Paesaggi Culturali Icomos. Da qui l’idea di una candidatura a patrimonio Unesco delle Colline di Conegliano Valdobbiadene, idea caldeggiata dall’allora presidente del “Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg” Franco Adani.
Il 2009 è l’anno in cui si gettano le basi concrete al progetto, con la costituzione del “Comitato Promotore”, del quale oltre al Consorzio di Tutela, fanno parte la Provincia di Treviso e l’ Ipa dell’ Altamarca con i relativi sindaci.
Nel 2010, su spinta del Ministero dei beni Culturali e del Ministero dell’Agricoltura ( il ministro alle politiche agricole all’epoca era l’attuale governatore del Veneto Luca Zaia), le “Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene “entrano nella tentative list (lista provvisoria).
Si arriva così al 2014, quando viene costituita una associazione temporanea di scopo. E’ la Regione Veneto a prendere in mano il pallino dell’operazione, dando una grossa spinta per arrivare alla prima versione del dossier a sostegno della candidatura.
Nel 2016 viene posto un altro tassello fondamentale, con il protocollo d’intesa firmato dai 28 comuni per una procedura urbanistica condivisa.
Nel 2017 la commissione nazionale italiana per l’Unesco riceve il dossier e dopo averlo esaminato lo inserisce tra i quelli prescelti per essere inviati al vaglio dell’Icomos a Parigi.
Da Parigi però il dossier esce con una bocciatura e sul territorio arrivano gli ispettori del comitato. Nel 2018 vengono apportate delle importanti modifiche con l’apporto fondamentale di Mauro Agnoletti professore associato presso il Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agricoli Alimentari e Forestali (Gesaaf).
In Bahrein Icomos stavolta decide per un rinvio con delle prescrizioni. Così cambia la “core zone” candidata a diventare patrimonio Unesco.
La zona principale viene ridotta rispetto alla prima proposta e anche le altre indicazioni vengono recepite, fino ad incassare (ed è storia di questi giorni), il tanto agognato si di Icomos, che ha deciso di raccomandare che le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene siano iscritte nella Lista del Patrimonio Mondiale come paesaggio culturale.
Ora non resta che aspettare il verdetto del 7 luglio di Baku. Allora e solo allora quel sogno partito da lontano di vedere le “nostre colline” tra i patrimoni dell’umanità, insieme al Gran Canyon e alla valle delle Piramidi potrebbe diventare finalmente realtà.
(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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