Si è svolta oggi a Padova la festa per il compleanno di Walter Visentin, classe 1920, ex bersagliere motociclista durante la seconda Guerra mondiale e testimonial dello storico raduno da Primato dei centenari svoltosi a Padova lo scorso 4 maggio.
Per festeggiare il prestigioso traguardo di longevità del bersagliere Visentin, nel corso della festa, il Colonnello Bersagliere Paolo Rosato del Comando Forze Operative Nord dell’Esercito lo ha omaggiato del tradizionale cappello piumato dei bersaglieri.
La consegna avrebbe dovuto compiersi qualche settimana fa in occasione dell’Alzabandiera Solenne nella Caserma “Salomone” di Padova e la contestuale piantumazione dell’Ulivo dei centenari, ma le non ottimali condizioni di salute del signor Walter avevano portato a rinviare la donazione all’interessato, che è stata portata a termine oggi, giorno del suo 104° compleanno.
Visentin, nel ricevere il caratteristico copricapo bersaglieresco, ha ricordato le sue regole di vita “… guarda, osserva, scruta e deduci..”. Oltre ai familiari erano presenti il direttore della Residenza Santa Chiara Alberto Fantuzzo e l’assessore allo sport del Comune di Padova Diego Bonavina, in rappresentanza del sindaco Sergio Giordani.
Dopo la consegna del copricapo è seguito il tradizionale taglio della torta, con intrattenimento musicale da parte dei dipendenti della Residenza.
Walter Visentin: una vita tutta da raccontare
Walter nasce il 13 agosto 1920 a Vicenza. Fin da piccolo è sempre stato un bambino molto curioso, particolarità che l’ha accompagnato fino ad ora. “Guardare, osservare, scrutare e dedurre” è il suo motto: “perché, chiedersi sempre il perché delle cose porta ad acquisire nuove informazioni e aiuta anche il cervello a restare allenato”.
Sposato nel maggio del 1946 con la sua madrina di guerra di Gorizia, Silvana, con la quale ha scambiato 256 lettere che conserva gelosamente.
Nella sua lunga vita ha ricoperto diversi incarichi. Il primo è stato in tipografia: dopo 11 mesi ha mollato perché aveva scoperto una cosa curiosa: tantissimi tipografi erano morti giovani a causa di un avvelenamento del sangue. In effetti tutti i tipografi erano soliti leccarsi le dita per prendere e sistemare i quadratini con le lettere, che erano fatti di piombo. Non volendo fare la stessa fine, decise di cambiare lavoro.
A 14 anni aveva trovato l’incarico di leggere la Gazzetta Ufficiale e sottolineare gli argomenti di diverse materie con diversi colori (es. notizie mediche in nero, quelle sugli avvocati in rosso) per un paio d’anni. A 16 decise di ricominciare a studiare: fece i tre anni di scuola media in soli quattro mesi, nonostante il lavoro, continuando poi a studiare fino a conseguire il titolo di perito elettrico.
Nella sua vita ha fatto poi il militare, l’alpino, il bersagliere, il marinaio, ma soprattutto il dipendente del Ministero delle Finanze, lavoro che lo ha portato a girare il mondo.
Moltissimi anche gli hobby che lo hanno appassionato fin da giovane. In particolare, ama ricordare con orgoglio la scalata del Pelmetto, fatta nel 1936 all’età di 16 anni con Severino Casara, la cui via riporta proprio i loro cognomi: “Via Casara – Visentin”.
Nutre un grande interesse per l’economia e l’andamento della borsa (per far fruttare al meglio i suoi risparmi) ed è un grande appassionato di scacchi e sudoku.
Una vita ricca di avventure e molta fortuna, come testimoniano episodi della guerra in cui i proiettili non lo colpirono per puro caso: una volta si abbassò per controllare perché la sua moto non funzionasse e il proiettile nemico colpì solamente la piuma, staccandola completamente dal cappello. Una vita vissuta pienamente, che ha racchiuso in uno scritto sulla sua vita di ben oltre 100 pagine, che custodisce gelosamente sul suo personal computer.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: Comando Forze Operative Nord)
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