Anche gli animali “sentono” la musica

Sono in attesa del mio turno alla cassa di un supermercato e la scena è degna di un film di Wes Anderson. Davanti a me, una ragazza è accessoriata di una borsa di pregevole fattura contenente un piccolo cane che presumo essere una femmina vista la quantità di nastri rosa che ornano le orecchie e gran parte del pelo della testolina.

Neanche una manciata di secondi e scopro che la cagnolina si chiama Dolores e che non dà alcun cenno di risposta alle continue attenzioni verbali della sua conduttrice. Lo sguardo di Dolores è fisso verso la schiena del ragazzino che la precede dove un piccolo zainetto è guarnito di un grande peluche a forma di topo munito di un pannello solare che lo fa muovere di continuo. Condivido la perplessità di Dolores verso quella strana entità che si agita per entrambe, credo, senza senso. Forse una strategia di marketing verso l’attuale transizione ecologica, penso io, Dolores non lo so.

Immerse nell’incertezza del momento, entrambe direzioniamo la testa verso il soffitto da cui fulmina un’icona del rock. Dopo cinque secondi di un inequivocabile intro (era Back in Black degli AC/DC!) una roca voce maschile annuncia l’apertura di nuove casse e lascia spazio al valzer n°2 di Shostakovich.

Mentre mi convinco sempre di più di essere capitata in qualche tipo di esperimento sociale, la mia testa si muove seguendo il ritmo della musica e la mamma del ragazzino-topo annusa l’aria con gli occhi chiusi. Siamo due esempi di come la musica agisce nei nostri circuiti neuronali.

Le neuroscienze ci insegnano come nella nostra specie la musica sia innata, come dire siamo creature musicali non meno che linguistiche. Non serve avere un particolare talento musicale, in tutte le culture umane l’ascolto della musica è un’esperienza non solo uditiva ed emozionale, ma anche motoria. Il gesto “involontario” della mia testa, come quello di una signora giapponese e del ragazzo africano che la segue nella fila accanto, lo conferma. Oltre al movimento, esiste anche un numero sorprendentemente alto di persone che, mentre ascoltano la musica, “vedono” colori o provano varie sensazioni “gustative”, “olfattive” o “tattili”. È questa la sinestesia che sta provando la mamma del ragazzino-topo; lei annusa la musica.

E Dolores?

Avere una mappa sonora dell’ambiente che ci circonda è un bagaglio cognitivo vitale per tutti gli animali. L’emissione e la comprensione dei segnali acustici stanno alla base della comunicazione tra esseri viventi, basti pensare al ruolo vitale del “canto degli uccelli” e allo spettacolo di molte specie (cani, orsi, cavalli ecc..) che “sembrano danzare” o almeno seguire il ritmo della musica.

Chi vive con animali sa che è difficile resistere all’impressione che, ad un certo livello, essi stiano traendo piacere dalla musica e rispondano ad essa in modo ritmico.

Di sicuro quindi Dolores ha sentito gli AC/DC e Shostakovich, ma solo noi umani li abbiamo ascoltati.

Sempre ad un certo livello!

(Foto: Freepik).
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