Biodiversità urbana e paesaggio cittadino

Una veduta di Monaco di Baviera

Nel nostro Paese è molto difficile scardinare l’assioma culturale che identifica la biodiversità urbana come un abbellimento delle nostre città.

Decenni di biologia evolutiva e appelli dell’intero ONU e dell’UNESCO verso la comprensione e l’attuazione dell’approccio ONE HEALTH (ne abbiamo già parlato qui, e ancora qui) come elemento cruciale per la salute degli ecosistemi e il benessere delle comunità, non scardinano approcci filosofici e paesaggistici che interpretano l’etologia e l’ecologia come precetti morali e non come discipline biologiche.

Fortunatamente il resto del mondo va avanti e uno studio condotto dalla Technical University of Munich (TUM) ha rivelato, ancora una volta, come la progettazione degli spazi pubblici possa avere un impatto significativo sulla varietà di vita che può prosperare in ambiente urbano.

I ricercatori hanno analizzato 103 piazze a Monaco di Baviera, esaminando dettagliatamente come diversi elementi come prati, alberi, cespugli e persino l’illuminazione artificiale influenzino la presenza di specie animali e vegetali. I risultati hanno fornito contributi importanti su come pianificare e attuare aree con copertura verde affinché ospitino una maggiore biodiversità.

Il Professor Wolfgang Weisser, principale autore dello studio che trovate qui, sottolinea l’importanza di ripensare la coesistenza tra umani e animali nelle aree urbane. Non si tratta di stravolgere completamente il tessuto urbano, ma di introdurre piccoli accorgimenti che possono fare una grande differenza. Prati, alberi e cespugli non sono solo elementi decorativi, ma veri e propri ecosistemi in miniatura che forniscono rifugio, cibo e habitat per numerose specie.

I benefici vanno ben oltre la semplice conservazione della biodiversità. La presenza di varietà naturali nelle città ha effetti positivi diretti sulla salute umana, migliorando il sistema immunitario, influenzando positivamente l’umore e arricchendo il nostro microbioma. Le città del futuro dovranno sempre più essere progettate come spazi di convivenza, dove le esigenze degli esseri umani si intrecciano con quelle della flora e della fauna.

Lo studio della TUM lancia quindi un messaggio chiaro: la progettazione urbana può e deve essere un alleato della biodiversità. Attraverso interventi mirati e una visione più olistica degli spazi pubblici, possiamo creare ambienti urbani più resilienti, salubri e ricchi di vita, che beneficiano tanto gli esseri umani quanto l’ambiente che li circonda.

Come suggerisce Weisser, non servono rivoluzioni complete, ma piccoli interventi intelligenti che non si traducono certo con la piantumazione di qualche alberello qua e là nel tessuto urbano come avviene nelle nostre città.

Proviamo anche noi ad incorporare fattori scientifici che favoriscono la biodiversità nella pianificazione urbana, perché questo significa investire in un futuro realmente più verde, più sano e più connesso con la natura.

Sarà dura, ma ce la dobbiamo fare.

(Autrice: Paola Peresin)
(Foto: Wikipedia)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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