Che anno movimentato per la biodiversità! Dal fronte alpino alle profondità marine, il 2024 ci ha regalato un caleidoscopio di storie che sembrano uscite dagli appunti di un biologo con il gusto del racconto. Abbiamo visto di tutto: dai lupi che fanno discutere (come sempre), alle api selvatiche che si rivelano essere delle vere e proprie sentinelle ambientali, altro che semplici produttrici di miele!
La scena montana ci ha regalato dei plot twist degni di una serie TV, con le piante che giocano a una sorta di “ascensore ecologico”, spostandosi sempre più in alto per sfuggire al caldo. E parlando di temperature, i nostri amici mesocarnivori – volpi, tassi e compagnia bella – sembrano aver sviluppato una passione per la vita urbana, un po’ come il nostro Paese che, ancora legato a una visione medievale della natura selvatica, fatica a metabolizzare qualsiasi discorso scientifico che non contempli il domestico.
Non sono mancati i momenti di tensione, come quando l’orso M91 ci ha lasciato, ricordandoci quanto sia delicato l’equilibrio tra conservazione e convivenza. O quando le foreste, quelle grandi dimenticate della gestione territoriale, hanno continuato a sussurrarci che forse dovremmo dar loro un po’ più di attenzione – dopotutto, coprire il 40% del territorio italiano e avere solo il 12% di piani di gestione sembra un po’ come avere una Ferrari e usarla solo per andare a fare la spesa.
Ma non è stato tutto drammatico: abbiamo scoperto che i pipistrelli potrebbero essere i nostri prossimi alleati nella lotta contro varie malattie (chi l’avrebbe mai detto?), e che le lucciole potrebbero insegnarci qualcosa sull’efficienza energetica – pare che il loro sistema di illuminazione sia più efficiente delle nostre lampadine LED, un po’ imbarazzante per noi umani!
L’anno si è chiuso con un appello al buon vecchio uso del cervello, ricordandoci che tra superstizioni e conoscenza scientifica, forse è meglio puntare sulla seconda – anche se, ammettiamolo, credere agli unicorni a volte è più divertente che studiare la matematica che sta alla base dei modelli deterministici e probabilistici.
Insomma, un anno che ci ha ricordato quanto sia complessa, fragile e sorprendente la rete della vita che ci circonda. E mentre ci prepariamo per il 2025, una cosa è certa: la biodiversità continuerà a stupirci, a preoccuparci e, soprattutto, a ricordarci che siamo solo uno dei tanti inquilini di questo straordinario condominio chiamato Terra.
Buon anno a tutti!
(Autrice: Paola Peresin)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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