Cani da salvataggio: quando il migliore amico dell’uomo si mette a disposizione per salvare vite

Il cane, lo si sa, è considerato il miglior amico dell’uomo: sempre al fianco del proprio padrone diventa anche un fido (è proprio il caso di dirlo) alleato quando si tratta di salvare vite umane. Leale, affidabile e spesso con meno paure dei propri padroni si getta in acqua nel momento in cui qualcuno è in difficoltà: e poco conta se per loro il salvataggio è un gioco perché l’importante, alla fine di tutto, è salvare la vita dell’uomo

Cani da salvataggio: quando il migliore amico dell’uomo si mette a disposizione per salvare vite – Video di Simone Masetto

Dopo anni di addestramento, cane e padrone diventano una cosa sola con il primo che fa da “motore” mentre l’umano si preoccupa – senza fare fatica – di eseguire le prime operazioni di soccorso, siano queste liberare le vie aeree o praticare un massaggio cardiaco.

“Il cane non salva mai la persona, ma chi lo fa è sempre il conduttore, che deve essere un bagnino brevettato – commenta Roberto Marconi, dell’unità cinofila operativa della Società nazionale salvamento di Mestre –: il cane serve come forza motrice per riuscire a tornare a riva risparmiando le forze per le manovre salvavita”.

Durante l’apprendimento il cane viene addestrato a riconoscere la persona da salvare: molto spesso chi è in difficoltà in acqua ha paura e per questo motivo sbatterà le braccia o chiederà aiuto, chiaro segnale che indica all’animale dove recarsi.

Ma così come il cane non salva le persone, l’animale non si getterà mai in acqua da solo e una volta riportata a riva la persona in difficoltà non sarà d’intralcio durante le operazioni di primo soccorso e soprattutto non si farà mai distrarre dagli oggetti comunemente presenti in una spiaggia come, ad esempio, palloni o giochi gonfiabili.

Una vera e propria macchina da salvataggio, insomma, addestrato in vari tipi di soccorso in mare: sia questo trainare una tavola con sopra la persona in difficoltà o il proprio padrone mentre ha con sé il ferito. “Nel momento in cui si raggiunge la persona in difficoltà, il cane non la tocca – aggiunge Marconi – ma gli gira attorno come fosse uno squaletto e aspetta che il padrone la metta in sicurezza. Dopo il comando ‘a riva‘ l’animale punterà la spiaggia, trainando”.

Esistono delle razze più adatte a questo tipo di operazioni? “Da sempre sono i Terranova, i Golden e i Labrador – conclude Marconi –, ma alla fine con l’addestramento quasi tutti riescono ad ottenere il brevetto. Ad esempio, noi abbiamo anche il primo Alano addestrato al salvataggio in Italia: ovviamente la sua velocità sarà ridotta, ma ha capacità di traino notevoli”.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata)
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