Si trova a Cavaso del Tomba una delle aziende coinvolte nel presunto traffico illecito di rifiuti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti emerso da una prolungata attività investigativa che ha interessato province venete, campane e toscane.
L’operazione, denominata “Plastic Connection”, è il risultato di oltre un anno e mezzo di indagini portate avanti dalla Procura Distrettuale Antimafia di Venezia e delegate ai Carabinieri di Belluno, in varie province venete (Belluno, Treviso, Padova e Vicenza) e quelle di Pisa in Toscana e di Napoli e Avellino in Campania. Secondo quanto riferito dal Comando bellunese dell’Arma, “sul conto degli arrestati sono emersi gravi indizi circa la loro partecipazione, a vario titolo, a un’associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti”.
Gli inquirenti hanno acquisito “concreti elementi che faccendieri senza scrupoli abbiano messo in contatto imprenditori del nord, titolari di attività specializzate o affini allo smaltimento rifiuti, con altri del meridione, inseriti nella filiera della lavorazione della plastica, consentendo a questi ultimi di smaltire i loro rifiuti, tra cui anche quelli speciali, attraverso l’introduzione nel ciclo produttivo delle aziende del nord o accantonandoli in improvvisati luoghi di stoccaggio, attigui alle aziende stesse“.
L’attività investigativa, condotta anche attraverso indagini tecniche e numerosi servizi di osservazione, pedinamento e controllo, ha raccolto elementi che sono stati posti alla base di un decreto di sequestro che ha riguardato 3 stabilimenti operanti nello specifico settore, nonché beni mobili e immobili, conti correnti tali da coprire la somma di 1,5 milioni di euro, stabilita dal Giudice per le indagini preliminari nel decreto preventivo di sequestro per equivalente finalizzato alla confisca. L’area della Resines Srl di Cavaso del Tomba è stata oggi sottoposta a sequestro penale preventivo.
Altri accertamenti hanno consentito agli inquirenti di acquisire elementi relativi alla produzione di irregolari documenti fiscali per creare fittizi rapporti commerciali e relative fatturazioni, al fine di occultare il presunto indebito profitto dell’attività principale.
Nella mattinata odierna i Carabinieri di Belluno, in collaborazione con i colleghi Forestali, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 12 cittadini italiani, di cui 11 in carcere e uno ai domiciliari, tutti coinvolti a vario titolo nella presunta associazione per delinquere.
L’indagine ha portato altre 10 persone ad essere indagate a piede libero per condotte giudicate dagli inquirenti “analoghe ma meno gravi”.
I riscontri investigativi fanno ipotizzare il dirottamento su conti esteri di circa 2 milioni di euro e lo smaltimento illecito di 22 mila tonnellate di rifiuti, equiparabili a riempire Piazza San Marco con uno strato di rifiuti alto 5 metri o una colonna di tir lunga sette chilometri.
“La mia posizione è di sorpresa – ha commentato il sindaco di Cavaso del Tomba, Gino Rugolo – Speriamo che la magistratura chiarisca le posizioni, trattandosi di un sito sensibile per la comunità. Noi restiamo in attesa, fiduciosi. Un grazie alle forze dell’ordine, che sono sempre attente a queste dinamiche”.
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