In altre occasioni abbiamo ribadito l’importanza delle buone relazioni, in una vita personale e sociale da riprendere in mano nella sua verità quotidiana, anche se densa di problemi, incognite, incertezze, contraddizioni. Per vivere un’esistenza felice, in pienezza, occorre mantenersi lontani da tentazioni di solitudine, isolamento, separatezze, dall’abbandono dentro il rifugio della nostalgia per quello che è stato, e magari è destinato a non ritornare, e la vuota progettualità di un futuro senza costrutto, affidata a sogni inconsistenti.
Nella nostra esperienza quotidiana, infatti, occorre fare i conti con quello che è concretamente visibile, con la consistenza dei fatti, con l’indiscutibile evidenza delle situazioni, senza indulgere ad astrazioni e all’assenza del rapporto con la verità di ciò che corrisponde alla natura umana. Non solo questo, c’e di più. Come confermano i due noti sociologi Chiara Giaccardi e Mauro Magatti in un loro recente volume, “c’è oggi un gran bisogno di concretezza: cioè di quel lavorio quotidiano, appassionato e intelligente per tenere insieme i diversi piani e le diverse sfere della vita”. Lo dimostra la spiegazione sulla radice etimologica della parola, “cum – crescere”, che non indica genericamente qualcosa di pratico, bensì piuttosto, a loro giudizio, “lo sforzo, apposto al movimento dell’astrazione, di crescere – cioè di esistere in modo dinamico – tenendo insieme ciò che la modernità separa ma che invece è connesso, complesso, multidimensionale, radicato e carico di contraddizioni”.
Ebbene, la linea da seguire per coloro che intendono dare un senso nuovo e migliore alla propria vita è proprio questo: abitare la concretezza con lo spirito di chi unisce, mette insieme, pone in relazione, fa sintesi, in un dinamismo che non vuol dire perdersi dietro alle cose pratiche, ma dare alla realtà dell’esistenza un senso profondo di unità. Per tutto questo occorre mettere in atto la dimensione speciale della generatività, ossia essere persone capaci di agire nella concretezza per mettere al mondo qualcosa di nuovo, che possa dare sostanza e immagine di un domani autenticamente diverso rispetto a oggi e a ieri.
Si parte dal presupposto che l’essere umano non può essere ristretto dentro la logica della continuità e della tradizione, condannato alla ripetizione di quello che sempre è stato fatto. Al tempo stesso, non può essere interpretato in una dimensione di pura innovazione e trasformazione incapace di tener conto di quanto arriva in positivo dalla tradizione, dalla consegna di quello che è stato. Oggi serve stare dentro una generatività che crea la novità, la accompagna e poi la lascia andare, perché il nostro destino è comunque quello di intraprendere un inizio e di dare vita a qualcosa di originale e di inatteso. Avendo radici ben salde nella nostra identità, nelle cose antiche e preziose, nei valori fondanti, abitando la relazione inevitabile tra questi due poli teoricamente contrapposti. In un percorso generale segnato dalla concretezza, tutto questo assume chiarezza di significato e di contributo al bene personale e sociale.
Finora questo grande tema della generatività è stato riservato alla platea dei diretti interessati, quasi a una elite, ma ora più che mai si profila la necessità della sua traduzione sul piano interiore e a livello più ampio.
Ad esempio, da tempo ormai si mette in luce la vicenda della bellezza del nostro Paese, e si raccontano le tante esperienze che a partire dai territori si prendono cura con pratiche innovative e moderne della ricchezza dello straordinario patrimonio artistico e culturale italiano: qui si comprende bene la carica molto positiva di questa generatività nella concretezza. Ossia della capacità di persone illuminate di saldare la tradizione con il futuro – dentro la dinamica di quanto ci è stato donato dal genio di uomini e donne che ci hanno preceduto – capaci così di restituire a ciascuno e all’intera comunità motivi di crescita autentica a livello spirituale e materiale. Tutto questo, riconoscendo l’inestimabile valore e potenzialità di questa opportunità, e concorrendo a una nuova consapevolezza delle possibilità che si offrono in tale ambito. Lo stesso vale in tanti altri settori, dove le buone pratiche interessano l’impresa, il primario, la cooperazione, i servizi sociali. Ciò scaturisce dalla volontà di intraprendere, di costruire futuro, di generare l’inedito, di lasciare una traccia e un’eredità adatte ai tempi nuovi, oltrepassando l’esistente, il già visto e garantito, il già fatto e proseguito nella continuità della tradizione.
Ancora, questo tempo non facile offre tante occasioni generative, affidate alla libertà e alla responsabilità di coloro che volessero dare nuova spinta al futuro personale, ma non solo, con la visione di una stagione davanti carica di rischi ma anche di possibilità veramente positive, maturate solo ora, non legate a un passato anche recente. E’ questa la stagione adatta per decidere: anche qui bisogna saper essere generativi, non avendo paura di quanto potrà accadere, per tessere con fiducia le prospettive di un cambiamento reale e possibile, e per agire con convinzione per una rigenerazione che sappia affrontare con forza e coraggio le grandi sfide già presenti sullo scenario mondiale. La premessa è che il futuro potrà avere soltanto l’impronta della nostra volontà di cose nuove, e non essere l’immagine di una rassegnata inconcludenza, di una paura di agire, di una sorta di assuefazione alle scelte che altri potranno imporre sul piano economico e sociale.
Concreti e generativi: nel dinamismo della vita, essere anche qui protagonisti, attori in prima persona, riferimenti per una stagione “magnifica e drammatica” che ha straordinariamente bisogno di una cultura dell’insieme, di uno sforzo poderoso per raccogliere e ordinare in un mosaico unitario le tessere dell’affresco della nuova umanità. Basti pensare a grandi temi come vita, persona, pace, salute, nuove tecnologie digitali, scoperte scientifiche e intelligenza artificiale, diritti e doveri di ciascuno, partecipazione, informazione e democrazia: le contraddizioni apparenti e possibili fra tutte andranno risolte in un quadro di consapevolezza salvando le conquiste raggiunge sinora nel lungo cammino dell’umanità. Tutto si tiene, tutto è connesso, e le novità vanno garantite nella concretezza che sa stabilire relazioni buone e congiungere in maniera coerente tutte le scelte di fondo, sul piano personale e sociale.
(Foto: Qdpnews.it)
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