“Quarantamila trevigiani sono costretti a casa per quarantena o isolamento”: a lanciare l’allarme è Oscar Bernardi, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana.
“Tra malattie, isolamento fiduciario, carenza di manodopera e aumento delle materie prime la ripartenza rischia di non essere agganciata dalle imprese artigiane. Le nostre aziende sono costrette a fare i conti con stabilimenti e cantieri sguarniti che rallentano la produzione e mettono a rischio la ripartenza delle aziende”. Il dato arriva da Gimbe, che prevede che il numero possa aumentare sino a 60 mila entro la fine del mese se si mantiene il trend dei contagi in corso.
“Tutto questo si traduce in minore forza lavoro nelle aziende – sottolinea Bernardi – Se il mondo dei datori di lavoro impiegatizi e di personale amministrativo prova a “difendersi” con il lavoro agile, dall’altro lato l’artigianato e le MPi manifatturiere, dove il 90% dei dipendenti è operaio o tecnico, non hanno altra alternativa che organizzare al meglio la produzione con chi rimane, rischiando però di dover chiudere o rinviare i lavori e le consegne per mancanza di personale“.
“La soluzione non risiede nelle semplificazioni – fa notare Bernardi – introdotte per legge per assumere dipendenti in sostituzione o tramite le agenzie di somministrazione, perché nell’artigianato le competenze che i datori di lavoro ricercano si creano in anni di affiancamento e formazione sul posto di lavoro, non si improvvisano”.
Ad aumentare le difficoltà e le incertezze per le imprese nel gestire i propri dipendenti si è aggiunto anche il mancato rifinanziamento del fondo Inps da parte del Governo, dal 1 gennaio, dei periodi di quarantena e isolamento fiduciario: “Non vale più l’equiparazione a malattia a carico INPS – rimarca Bernardi – È incomprensibile che in un momento in cui la quarta ondata fa da padrone e rischia di paralizzare il mondo produttivo, il Governo dopo aver introdotto questa equiparazione da inizio pandemia fino al 31 dicembre 2021, non abbia rifinanziato l’art. 26 del DL n.18/2020″.
“Per il 2022 si deve prevedere uno stanziamento almeno analogo” è l’invito del presidente. “Senza colmare questa mancanza legislativa, le realtà produttive giustificheranno le assenze per quarantene e isolamento fiduciario ( nel biennio 2020/2021 circa il 10% dei dipendenti dell’artigianato trevigiano è stato interessato da queste specifiche) come malattia e quindi dovranno imputare queste giornate di mancato lavoro a titolo di ferie e permessi retribuiti, e se già i lavoratori li avessero esauriti si passerebbe alla decurtazione dello stipendio con oneri quindi tutti a carico dei lavoratori, inasprendo in questo modo il rapporto con i propri collaboratori”.
(Foto: Archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it