Contrasto alla deforestazione, rinviata di un anno l’applicazione del regolamento

Tra i numeri più importanti da tenere a mente c’è il 15 – l’insieme degli indicatori scelti dall’ONU per Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, combattere la desertificazione, arrestare e invertire il degrado del territorio e arrestare la perdita di biodiversità.

Questo numero fa parte degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), che sono stati inseriti nell’Agenda 2030.

Si tratta di un grande progetto globale firmato nel 2015 da ben 193 paesi dell’ONU, Italia compresa, pensato per creare un futuro migliore per tutti: persone, ambiente e economia.

Il testo completo dell’SDG 15.2 riguarda la fine della deforestazione e ripristinare le foreste degradate, in particolare, si propone(va), entro il 2020, promuovere l’attuazione di una gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste, fermare la deforestazione, ripristinare le foreste degradate e aumentare sostanzialmente l’imboschimento e la riforestazione a livello globale.

La notizia di questi giorni è che l’Europa ha rinviato l’applicazione del regolamento sulla deforestazione

Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato un importante aggiornamento temporale per l’European Deforestation-free products Regulation (EUDR), il regolamento che mira a contrastare la deforestazione globale attraverso il controllo dei prodotti importati nell’Unione Europea. Le nuove scadenze prevedono l’entrata in vigore al 30 dicembre 2025 per le imprese medio-grandi e al 30 giugno 2026 per le piccole e micro-imprese, concedendo così un anno aggiuntivo rispetto alle date inizialmente previste.

La decisione riflette la complessità della sfida che l’UE sta affrontando. Secondo i dati della FAO, negli ultimi trent’anni abbiamo perso un’area forestale più vasta dell’intera Unione Europea. Un dato ancora più significativo emerge quando si considera che circa il 10% della deforestazione globale è legata ai consumi europei, principalmente attraverso l’importazione di olio di palma e soia.

Il regolamento EUDR rappresenta una risposta ambiziosa a questa problematica, andando a toccare una vasta gamma di prodotti quotidiani: dalla tazza di caffè del mattino alla carta che utilizziamo per stampare, passando per carne bovina, cacao, gomma e carbone di legna. L’obiettivo è garantire che questi prodotti non provengano da aree deforestate, introducendo rigidi controlli sulla filiera di approvvigionamento.

La Commissione Europea, consapevole delle sfide che questo cambiamento comporta, si è impegnata concretamente su due fronti: innanzitutto, renderà disponibile con sei mesi di anticipo rispetto all’entrata in vigore del regolamento sia il sistema informativo che la classificazione del rischio dei paesi produttori. Inoltre, ha programmato per il 2028 una revisione generale del regolamento, con l’obiettivo di semplificare le procedure e ridurre gli oneri amministrativi per le imprese.

Come ha sottolineato Christine Schneider, relatrice del Parlamento Europeo: “Questo rinvio offre il tempo necessario a imprese, silvicoltori, agricoltori e autorità per prepararsi adeguatamente. La nostra priorità è garantire una transizione ordinata e prevedibile lungo tutta la catena di approvvigionamento.”

L’UE informa che il rinvio, che dovrà essere formalmente approvato dal Parlamento e dal Consiglio e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE entro fine anno, non rappresenta un passo indietro nella lotta alla deforestazione, ma piuttosto un approccio pragmatico per garantire un’implementazione efficace di questo storico regolamento.

La sfida rimane ambiziosa: trasformare il mercato europeo in un modello di sostenibilità ambientale, senza compromettere la competitività delle imprese.

Questo anno supplementare rappresenta un’opportunità preziosa per imprese e società di dimostrare che la sostenibilità non è solo marketing ambientale, ma una necessità condivisa: con l’impegno di tutti, possiamo trasformare questa sfida in un modello virtuoso di sviluppo che protegge il nostro pianeta per le generazioni future.

(Autore: Paola Peresin).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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