Quali sono gli effetti del Covid sugli sportivi? Ne ha parlato il dottor Patrizio Sarto, cardiologo dello sport e direttore della Medicina dello Sport dell’Azienda Due, durante la conferenza stampa dello scorso 25 agosto dalla sede della Protezione civile della Regione Veneto.
Sarto, inoltre, è coordinatore per la Regione del progetto “Veneto esercizio fisico nella cronicità”.
“Sicuramente quello che è successo in questi giorni fa discutere relativamente alla possibilità che la vaccinazione possa generare questa reazione di interessamento miocardico – ha spiegato Sarto -, quindi del muscolo cardiaco e del foglietto che lo protegge. I nostri ragazzi vengono da un periodo di chiusura dei rapporti sociali forte e necessario ma che ha destabilizzato moltissimo loro e tutti noi. È chiaro che l’unico modo per uscire da quello che è avvenuto è una sicurezza generale”.
Il cardiologo dello sport ha spiegato che nella fase di lockdown c’è stato un aumento importante delle problematiche correlate ai ragazzi e al loro isolamento: sintomi depressivi, disturbi alimentari e anche un aumento di tentati suicidi.
“Durante il periodo di pandemia sono stati segnalati numerosi casi di interessamento non solo polmonare – continua – Il SARS-CoV-2 non genera soltanto una patologia polmonare ma genera una patologia sistemica, questo è un concetto che deve passare. Il cuore, che rappresenta la macchina del nostro corpo, può essere interessato dal SARS-CoV-2: è descritto che questo virus può interessare il muscolo cardiaco e il suo foglietto pericardico”.
“Con che percentuale questa cosa può manifestarsi? – aggiunge – In base alle casistiche, io porto i dati americani che sono stati recentemente pubblicati nelle maggiori riviste autorevoli in ambito tecnico, va dall’1 al 3%. È possibile che il virus abbia generato, e ha generato di fatto in base a quello che è stato raccolto, un interessamento miocardico”.
Quando il virus colpisce il cuore o il pericardio di una persona genera un fenomeno infiammatorio del muscolo che può avere manifestazioni diverse.
“Può avere un esordio infausto – precisa il dottor Sarto -, una morte improvvisa, può generare un danno del cuore che richiede poi nel tempo un trapianto di cuore e può generare un danno del cuore che può portare ad aritmie, quindi disturbi del ritmo. Questo è lo scenario di un’infezione del cuore. Ci sono poi tantissimi casi, molti di più di quelli che noi ci aspettiamo, di infezione del cuore che passa inosservata, in modo asintomatico”.
In alcuni casi, quando i medici fanno la “prova da sforzo” agli atleti, è grazie alla comparsa delle aritmie che poi fanno una diagnosi di una miocardite magari avuta nella popolazione giovanile sportiva.
“Questo esito può essere pericoloso – continua – È scritto che un esito miocarditico in un cuore di un atleta lo esponga ad un rischio di morire improvvisamente. Perché un genitore dovrebbe favorire la vaccinazione del proprio figlio? Mettiamo nella bilancia il rischio di sviluppare, in seguito all’inoculazione della vaccinazione, un pericolo di infiammazione del muscolo cardiaco, di questo foglietto che si chiama pericardio, che lo avvolge. Stiamo parlando di un dato circa di 3 per milione di dosi inoculate (dato italiano) fino ad un massimo di 12,6 nell’arco di un milione di dosi somministrate (dati americani)”.
Il gruppo di Treviso del dottor Sarto, insieme all’Università di Siena, ha contribuito a una ricerca scientifica che dimostra che, su 100 ragazzi con il Covid testati, il 3,3% aveva avuto un interessamento miocardico: due pericarditi e una miocardite.
“I dati che sono presenti allo stato attuale – conclude – ci dicono che è la seconda dose di vaccino quella maggiormente responsabile di questo tipo di complicanza (problemi al cuore): uno su 100 mila inoculazioni alla prima dose e uno su 16 mila alla seconda dose. Nella popolazione maschile, tra i 12 e i 17 anni, è più presente rispetto alle ragazze. Da 0 a 4 giorni c’è la maggior concentrazione di sintomatologia che porta ad una diagnosi di miocardite che poi sarà da valutare se è correlata alla vaccinazione”.
I dati dicono che quando c’è bisogno di un ricovero dura al massimo due giorni: la risoluzione, per quanto riguarda la miopericardite, andrà valutata nel tempo perché, come per la miocardite data da infezione virale come il SARS-CoV-2 molto spesso lo vediamo di solito dopo 6-8 mesi, la stessa cosa dovrà essere valutata per la vaccinazione.
Il dottor Sarto ha spiegato che i ragazzi e le persone che hanno avuto questa forma di interessamento miopericardico hanno avuto fenomeni infiammatori molto contenuti.
Il messaggio finale del direttore della Medicina dello Sport dell’Azienda Due è di ridurre l’intensità degli allenamenti degli sportivi per due o tre giorni.
La sintomatologia che fa sospettare questa infezione miopericardica è caratterizzata da dolore toracico, mancanza di respiro e palpitazioni (in questo caso bisogna rivolgersi al proprio medico ma al momento la complicazione è molto remota).
In conclusione, il dottor Sarto ha detto che il pericolo di avere una miopericardite da vaccino oggi è veramente remoto.
(Foto: Facebook).
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