Dal 1° aprile è arrivato “Cryptoverso”, seconda agenzia del Veneto in tema di criptovalute. Il titolare: “Il bitcoin potrà essere un’alternativa”

Da tempo si è sentito parlare di criptovalute e di moneta digitale, in particolare di bitcoin, anche se tale abitudine e simili strumenti di pagamento non sono attualmente ancora entrati a pieno titolo nel nostro quotidiano.

Uno scenario ben diverso il nostro da quello nel territorio americano, dove la questione ha subìto delle tappe diverse.

Nonostante ciò, c’è chi ha deciso di investire in questo settore, aprendo un’attività su questo fronte proprio nel nostro territorio locale: si tratta del 26enne Mattia Nicolò Balazs, con un’esperienza da legale rappresentante dell’azienda di famiglia, che lo scorso 1° aprile ha aperto “Cryptoverso” in piazza Cosniga a San Vendemiano.

Si tratta di un’agenzia di affari, di consulenza e vendita di criptovalute, in particolare bitcoin, servizi indirizzati sia alle aziende che alle partite Iva e che nel Veneto è la seconda sorta su questo fronte, dopo un’altra situata ad Abano Terme. Un’attività con l’obiettivo di indicare ai clienti come comportarsi negli investimenti in criptovalute.

“La mia attività è nata dalla volontà di fornire un supporto a chi intenda investire in questo settore, perché ci sono stati casi di truffe e inganni proprio nell’ambito delle criptovalute – spiega Balazs -. Non c’è un vero e proprio studio o una laurea per questo tema, personalmente ho seguito un corso in America, dove le cose sono più avviate rispetto al nostro Paese. Di conseguenza ho iniziato a investire in criptovalute, capendo quali sono le difficoltà di tali investimenti”.

Questa zona è molto soggetta a truffe in tale ambito: bisogna ricordarsi che non esistono soldi facili in criptovalute – ha prosegue -. Le criptovalute, e in particolare i bitcoin, a mio parere rappresentano un’innovazione in grado di cambiare il sistema finanziario tradizionale”.

Cosa si intende effettivamente per bitcoin? “A questo termine sono stati dati nel tempo vari significati e varie interpretazioni – aggiunge 26enne -. Si tratta di un sistema di pagamento elettronico da individuo a individuo (un metodo di scambio per acquistare), senza l’intermediario di una banca centrale, ed è un bene collezionabile che aumenta di valore. In America, ormai, varie aziende pubbliche hanno iniziato ad acquistare, ad esempio software, tramite bitcoin”.

“Da noi, invece, penso che ancora siamo un po’ limitati dal non vedere un futuro diverso da quello che ci viene raccontato – prosegue -. Per questo motivo la nostra attività conta come partner anche uno studio commercialistico per rispondere a ogni eventuale dubbio”.

In sostanza, investire in questo ambito significa costruire un “portafoglio virtuale” privato, acquistando bitcoin tramite dei bonifici tracciabili. Portafoglio virtuale a cui accede il solo titolare tramite una password privata: da lì è poi possibile muovere, comprare o spendere i bitcoin.

A differenza di quello che si potrebbe pensare, però, esiste già una piccola rete di attività nel territorio che accetta pagamenti in criptovalute, tra studi professionali, cantine e addirittura bar, pizzerie e tabaccherie.

“C’è da dire che il bitcoin è un bene collezionabile non legato allo stampaggio della moneta – dice il giovane titolare -. Negli anni, a una diminuzione della produzione di bitcoin, aumenterà il suo prezzo e di conseguenza il suo valore”.

Il sistema però deve essere ben compreso, per questo io consiglio a tutti di studiare cosa sono le criptovalute, capire cosa si vuol fare e non buttarsi a capofitto – ha aggiunto -. Credo che serva capire le proprietà delle criptovalute e le innovazioni finanziarie che ci stanno dietro e, soprattutto, comprendere quanto potrà essere un’alternativa alla moneta tradizionale, grazie alla tracciabilità delle transazioni”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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