Dal mare al piatto: la nuova frontiera sostenibile del tonno

In un’epoca in cui la sostenibilità è diventata una priorità globale, anche il nostro rapporto con il cibo, in particolare con i prodotti ittici come il tonno, sta cambiando radicalmente. Il tonno, protagonista indiscusso delle nostre tavole, nasconde una sfida ambientale e socioeconomica che l’industria ittica sta cercando di affrontare attraverso un approccio innovativo: l’economia blu circolare.

Il lato nascosto dell’industria del tonno

Quando gustiamo un piatto di tonno, raramente pensiamo al percorso che questo pesce ha fatto prima di arrivare sulle nostre tavole. La lavorazione industriale del tonno genera enormi quantità di sottoprodotti: pelle, ossa, viscere, pinne, teste e persino scarti di carne scura rappresentano fino al 70% del peso totale del pesce.

Tradizionalmente, questi scarti vengono smaltiti creando significativi problemi ambientali:

  • Inquinamento idrico: Nelle aree costiere, specialmente in quelle meno sviluppate, lo smaltimento irresponsabile di questi sottoprodotti ricchi di nutrienti può causare eutrofizzazione e aumentare l’inquinamento delle acque.
  • Perdita di nutrienti preziosi: Questi scarti, lungi dall’essere semplici rifiuti, contengono proteine, acidi grassi omega-3, collagene e altri componenti nutrizionali di grande valore.
  • Impatto socioeconomico: La cattiva gestione di questi sottoprodotti rappresenta non solo uno spreco di risorse ma anche un’opportunità economica mancata.

Dalla sfida all’opportunità: l’economia blu circolare

La buona notizia è che l’industria ittica sta iniziando a vedere questi sottoprodotti non più come un problema da risolvere, ma come una risorsa da valorizzare, adottando i principi dell’economia blu circolare. Questo approccio mira a trasformare i sottoprodotti del tonno in risorse preziose attraverso tecnologie innovative di recupero e valorizzazione.

Come funziona la valorizzazione dei sottoprodotti?

La valorizzazione trasforma la biomassa dei sottoprodotti del tonno in prodotti di valore aggiunto attraverso diverse tecnologie:

  1. Recupero proteico:
    • Produzione di farina di pesce
    • Idrolisi proteica per ottenere peptidi bioattivi con proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antipertensive
    • Preparazione di silato di tonno per mangimi
  2. Estrazione di collagene e gelatina:
    • Dalla pelle del tonno si ottiene collagene di alta qualità, sempre più ricercato nell’industria cosmetica e farmaceutica
    • La gelatina estratta rappresenta un’alternativa a quella di origine bovina o suina
  3. Recupero di olio ricco di omega-3:
    • I sottoprodotti liquidi e i tessuti grassi del tonno sono ricchi di acidi grassi polinsaturi (PUFA) come EPA e DHA
    • Tecnologie come l’estrazione con fluido supercritico permettono di ottenere oli di alta qualità
  4. Altre applicazioni innovative:
    • Estrazione di acido ialuronico dai bulbi oculari
    • Produzione di polvere d’osso ricca di calcio e fosforo
    • Recupero di enzimi dalle viscere

Benefici per l’acquacoltura sostenibile

Un aspetto particolarmente interessante della valorizzazione dei sottoprodotti del tonno è il loro utilizzo nell’acquacoltura. Gli idrolizzati e i silati ottenuti dagli scarti del tonno si sono dimostrati eccellenti integratori per l’alimentazione di diverse specie ittiche d’allevamento:

  • Gambero bianco del Pacifico: L’integrazione con il 5% di idrolizzato ha migliorato significativamente la crescita e la conversione del mangime
  • Barramundi: Ha mostrato miglioramenti nella crescita, qualità della carne e resistenza alle malattie
  • Tilapia del Nilo: Una combinazione al 20% di farina di sottoprodotti del tonno ha aumentato la crescita nei giovani esemplari
  • Altre specie: Snapper rosso, scorfano coreano, abalone e storioni hanno tutti mostrato benefici dall’integrazione con sottoprodotti del tonno

Questo approccio crea un ciclo virtuoso: i sottoprodotti di una specie ittica diventano nutrienti per altre specie d’allevamento, riducendo la pressione sugli stock ittici selvatici utilizzati tradizionalmente per produrre mangimi.

Una risposta alle sfide globali

La valorizzazione dei sottoprodotti del tonno risponde a diverse sfide cruciali del nostro tempo:

  • Sfide ambientali: Riduce l’inquinamento e lo spreco, promuovendo un utilizzo più efficiente delle risorse marine
  • Sfide socioeconomiche: Crea nuove catene di valore, opportunità economiche e potenziali posti di lavoro
  • Sicurezza alimentare: Il recupero di componenti nutrizionali preziosi può contribuire ad affrontare carenze nutrizionali in popolazioni vulnerabili
  • Sostenibilità: Si allinea perfettamente con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU, in particolare l’SDG 14 (vita sott’acqua) e l’SDG 12.3 (riduzione dello spreco alimentare)

Cosa possiamo fare come consumatori?

Come consumatori, possiamo contribuire a questa rivoluzione sostenibile del tonno:

  1. Informarci sulle pratiche di pesca e lavorazione: Scegliere marchi che adottano pratiche di economia circolare e valorizzazione dei sottoprodotti
  2. Preferire prodotti certificati: Cercare certificazioni che garantiscano sostenibilità e tracciabilità
  3. Ridurre lo spreco: Utilizzare tutto il tonno che acquistiamo, anche le parti meno pregiate
  4. Diversificare il consumo di pesce: Alternare il tonno con altre specie, riducendo la pressione su questa risorsa

Il futuro del tonno è circolare

Il passaggio da un modello lineare (pesca, lavorazione, scarto) a un modello circolare (pesca, lavorazione, valorizzazione) rappresenta il futuro sostenibile dell’industria del tonno. Questo approccio non solo riduce l’impatto ambientale della pesca e della lavorazione del tonno, ma crea anche nuove opportunità economiche e contribuisce alla sicurezza alimentare globale.

La prossima volta che gusterete un piatto di tonno, ricordate che la vera sostenibilità va oltre la semplice pesca responsabile e abbraccia l’intero ciclo di vita del prodotto, trasformando quelli che una volta erano considerati scarti in risorse preziose per un futuro più sostenibile.

(Autore: Paola Peresin)
(Foto: Qdpnews.it)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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