Dalla giostra del nonno a quelle da un miliardo di persone l’anno: Antonio Zamperla, la filosofia del divertimento in sicurezza. Senza confini

“Divertirsi è un diritto”. Parte tutta da qui, probabilmente, la storia – ormai proiettata verso i 60 anni di attività ininterrotta – del Gruppo Zamperla, il cui obiettivo, già ampiamente raggiunto ma ancora con molte pagine da scrivere, è di “creare ricordi indelebili di divertimento in tutto il mondo”.

Intervista ad Antonio Zamperla

Con una ricca storia, il Gruppo Zamperla – quartier generale ad Altavilla Vicentina, un tiro di schioppo in linea d’aria dall’autostrada A4 -, è leader globale nel settore dell’intrattenimento, grazie alla capacità di creare attrazioni iconiche che portano persone di tutte le età in un mondo incantato.

“Siamo guidati da un’incessante passione per l’innovazione, cercando continuamente di offrire esperienze sempre più coinvolgenti e inclusive – si legge nella “mission” del gruppo -. Crediamo che il divertimento sia un diritto universale e che tutti meritino di sperimentarlo. Questa convinzione alimenta il nostro impegno nel creare un ambiente diversificato e accogliente in cui tutti si sentano apprezzati e inclusi. Promuoviamo una cultura di collaborazione e lavoro di squadra e insieme ci impegniamo a dare forma a un futuro migliore per l’intrattenimento, pieno di risate, emozioni e ricordi indimenticabili per tutti”.

Il fondatore Antonio Zamperla (nonno e omonimo dell’attuale Ceo)

Antonio Zamperla, presidente, amministratore e Ceo dell’azienda, ricostruisce con il sorriso la storia del gruppo fin dagli albori: “L’azienda venne fondata a Vicenza nel 1966 dal nostro nonno Antonio, che aveva fatto una giostra che portava nelle piazze come spettacolo viaggiante. Poi iniziarono ad arrivargli le commissioni per altre giostre e ora è arrivata alla terza generazione e si rivolge principalmente alle famiglie, creando giostre che sono prodotti complessi, frutto del lavoro di artisti e ingegneri. Questi ultimi li definirei “ingegneri creativi“, visto che devono coniugare fantasia e rigorose regole per la sicurezza. Oggi diamo lavoro a 500 persone nel mondo, di cui la metà circa nel nostro quartier generale. Al momento riceviamo tra le 150 e le 200 commesse all’anno da parte di circa 2 mila parchi divertimenti del mondo. Il gruppo si è quindi evoluto all’insegna del design fantasioso e dell’abilità tecnologica. Una testimonianza di ciò è il nostro ruolo fondamentale nel far rivivere l’iconico Luna Park di Coney Island (NY) nel 2010. Oggi lavoriamo spalla a spalla con i giganti del settore dell’intrattenimento: Disney, Universal Studios, Six Flags, Warner Bros e Merlin Entertainment, per citarne alcuni”.

Il design fantasioso si fonde con l’abilità tecnologica

Un successo che ha resistito anche alla pandemia, ovvero quanto di peggio possa capitare a chi per lavoro aggrega le persone: “Il Covid ci ha bloccati per più di un anno e mezzo, di fatto ne siamo usciti solo nel 2023, quando le limitazioni sono terminate – prosegue Antonio Zamperla -. Ci siamo accorti che dopo la pandemia le persone vogliono stare insieme ancora di più, ma anche durante il periodo di stop forzato non ci siamo fermati, progettando e programmando la ripresa. Vediamo un ritorno alla voglia di stare insieme, di divertirsi, di portare a casa un’emozione. Lavoriamo proprio per questo: dare emozioni”.

Portano la firma Zamperla 9 mila giostre dislocate nei parchi divertimenti di tutto il mondo. “Su di esse salgono un miliardo di persone all’anno – sottolinea Antonio Zamperla -. Andiamo dalle più tradizionali (la giostra a cavalli è un grande classico, un “top server” che “tira” ancora) fino alle più moderne: puntiamo molto sulle montagne russe, i cui ultimi modelli sono arrivati a sfiorare i 200 km all’ora di velocità. Al momento è in collaudo quella che è diventata un classico Zamperla, con un incrocio di movimenti tale da rendere perfino difficile descriverla a chi non la vedesse (cfr. video ndr)”.

Per un parco divertimenti, una giostra è un investimento importante: quanto può costarne una? “Da 100 mila euro a 2 milioni, dipende da vari fattori – risponde Zamperla -. Ma una volta in azione può durare anche quarant’anni, non ha un’obsolescenza veloce. Qual è, in fondo, l’obiettivo di molte giostre? Portare le persone da un punto A ad un punto B nel modo meno efficiente possibile, generando emozioni”.

Il mitico “El Toro” di Zamperla

Come quelle che – nella seconda metà del secolo scorso – generava, nel suo piccolo, “El Toro”, la mini giostra a totem tuttora conservata nell’head quarter Zamperla (insieme ad alcuni cavallini “vintage”, per non dimenticare mai da dove si è partiti) che permetteva di stabilire, grazie a una lancetta, la forza della persona che stringeva le corna di un “toro”, da “nullo/lattante” a “pugile/ursus” passando per definizioni come “mezzo uomo”, “figlio di papà”, “pensionato” e “torero”. Termini che oggi sono forse poco “politically correct”… però che anni, quegli anni al Luna park!

(Autori: Luca Anzanello e Monica Ghizzo)
(Foto: Zamperla Spa e Qdpnews.it. Video: immagini Monica Ghizzo, montaggio Matteo De Noni)
(Articolo, foto di “El Toro” e video di proprietà di Dplay Srl)
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